La senatrice Stefania Pucciarelli, 51 anni, leghista di Sarzana, ex consigliere regionale in Liguria, è stata eletta ieri alla Presidenza della Commissione Diritti Umani, con i voti di Lega e M5S. Pucciarelli è stata “preferita” alla senatrice Emma Bonino, candidata anche lei all’incarico, già molto nota per il suo impegno nel campo dei diritti umani, e che gode di grande autorevolezza a livello internazionale.
Diciamo che la neo-eletta non sembrerebbe proprio essere la persona giusta e opportuna al posto giusto (d’altronde molto criticata è stata anche la nomina di Simone Pillon, ex promotore del Family day e primo firmatario del contestatissimo disegno di legge sull’affido condiviso, a vice presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza) e soprattutto forse non la più adatta a sostituire il senatore Luigi Manconi, che ha guidato la stessa commissione nella scorsa legislatura (per un resoconto dei 5 anni di attività sui diritti umani al Senato, leggi qui il nostro approfondimento).
La nomina della senatrice Pucciarelli ha subito scatenato una lunghissima serie di commenti oscillanti dal semplice disappunto, all’ironia, a delle accuse precise. I commenti si sono diffusi tanto in rete quanto nello stesso Parlamento. Le reazioni sono state così numerose e negative che, nella serata di ieri, anche i 5 Stelle hanno preso le distanze dalla neo presidente, che pure hanno contribuito a eleggere, scaricando le responsabilità della “scelta” tutte sulla Lega.
Ciò che si contesta, da parte di attivisti e non, è il fatto che la scelta sia ricaduta su di una figura con idee fortemente conservatrici in campo di diritti dei migranti e lgbt.
Stefania Pucciarelli dovrà, dunque, da oggi, occuparsi di discriminazioni e razzismo, anche se, soltanto 6 giorni fa, dichiarava con soddisfazione: “Finalmente al campo rom di Via Gragnola, a Castelnuovo Magra, sono ritornate le ruspe dopo che le Autorità avevano già demolito in passato alcuni caseggiati abusivi”. Pucciarelli si è anche rifiutata di supportare una legge contro l’omofobia ed ha attaccato con violenza l’omogenitorialità: «Il sindaco di Torino Chiara Appendino e il sindaco di Roma Virginia Raggi negano i diritti dei neonati di avere un papà e una mamma. È una vergogna», aveva commentato. Ed ancora: «Non riteniamo corretta la parificazione delle coppie dello stesso sesso, anche se unite civilmente, con quelle della famiglia tradizionale nel caso di una nascita di un bimbo».
Nel 2017, si rese protagonista di un caso clamoroso, un “like” ad un commento di un suo amico di Facebook che, a proposito di alloggi popolari assegnati ai cittadini stranieri, scriveva «un forno gli darei». La grave vicenda ebbe un seguito giudiziario conclusosi con l’archiviazione di un’indagine avviata nei suoi confronti, dopo che la Pucciarelli aveva rimosso quel like, ma anche spiegato di non aver letto bene il post ‘incriminato’, non dando dunque peso alla frase sui forni (sulla “leggerezza” con la quale si mette un like su facebook o si posta un commento, leggi anche qui). E la stessa senatrice, l’8 ottobre, ha postato poi un articolo con la notizia dell’archiviazione aggiungendo: «Finisce una vicenda che aveva del surreale. Violenza e razzismo non mi appartengono. La difesa degli italiani è un’altra cosa che porto avanti con orgoglio e senso del dovere». La difesa degli “italiani”: appunto.
Non si tratta però dell’unico caso che ha fatto discutere in passato. Nel luglio 2012, Pucciarelli scrisse che “se uno deve pagare per essersi difeso, è meglio che la mira la prenda per bene” a proposito della vicenda di Ermes Mattielli, il cittadino veneto che fu condannato a pagare un risarcimento di 120 mila euro dopo aver sparato a dei ladri (cittadini rom, ndr). E proprio i rom sono uno dei principali bersagli delle sue invettive: dai continui appelli alle ruspe per demolirne i campi, alle critiche nei confronti di proposte come quella, della sindaca di Roma Virginia Raggi, di fornire servizi di “mental coach ai nomadi” (per visualizzare alcuni screenshoot dei post pubblicati sul suo profilo Facebook, qui un approfondimento di Next). A tale proposito, la senatrice parlò, riprendendo un articolo de il Giornale di “evoluzione bocconiana dei rom”.
La senatrice leghista non si è fatta scalfire minimamente dalle critiche ed ha espresso la sua soddisfazione su Facebook: «Ne sono orgogliosa e emozionata – ha scritto – Insieme ai colleghi del gruppo Lega-Senato lavoreremo pancia a terra, e affronteremo subito il caso di Asia Bibi. Basta persecuzioni contro i cristiani. Accendiamo i riflettori sul loro genocidio». Difficile pensare che il suo lavoro di difesa dei diritti umani si estenderà a tutte e tutti, senza alcuna distinzione o pregiudizio di appartenenza religiosa o nazionale.