Ieri, 24 agosto, le associazioni Borderline Sicilia Onlus e Rete Antirazzista Catanese, assistite dagli avvocati Paola Ottaviano e Nello Papandrea, hanno depositato un esposto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Catania, riguardo alla vicenda della motovedetta della Guardia costiera Diciotti sulla quale da nove giorni si trovano a bordo 150 migranti soccorsi in mare.
Fra i reati ipotizzati, oltre al sequestro di persona e l’abuso in atti d’ufficio, quello di tortura. I presidenti delle due Associazioni, infatti, denunciano che la permanenza prolungata a bordo di un’imbarcazione inadeguata ad ospitare un elevato numero di persone – per di più in condizioni psicofisiche pessime, in grave stato di denutrizione, affette da scabbia e alcune di loro con vistosi segni di torture subite nel corso della prigionia in Libia – sia qualificabile come atto di crudeltà, assolutamente ingiustificato, che ha avuto come effetto diretto quello di prolungare e aggravare la sofferenza dei naufraghi.
Le norme di diritto internazionale obbligano i soccorritori a sbarcare i migranti in un luogo sicuro nel più breve tempo possibile. Nel caso della nave Diciotti questo termine è stato prolungato illegittimamente, al solo scopo di favorire una trattativa ricattatoria nei confronti degli altri Paesi europei tenendo le persone in ostaggio, sottratte all’esercizio dei diritti fondamentali e all’accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno.
Le due Associazioni chiedono un immediato intervento dell’autorità giudiziaria al fine di porre termine alle sofferenze dei 150 migranti illegittimamente trattenuti a bordo della nave Diciotti, di ricostituire lo stato di diritto e individuare i responsabili di tali atroci delitti.
Borderline Sicilia Onlus – Rete Antirazzista Catanese