Ieri è stato approvato in consiglio dei ministri il decreto sicurezza a firma Matteo Salvini. Questo governo ripete da quando è nato di essere quello “del cambiamento” ma in realtà non c’è nulla di nuovo se non una legge che rappresenta benissimo il clima che stiamo vivendo da mesi. Un contesto di odio e di razzismo che ha già peggiorato le vite di tanti, tra italiani e non. Molte sono le voci che si sono sollevate contro quello che pensiamo sia una vergogna giuridica. Una guerra ai poveri, senza distinzione tra migranti e residenti, dichiarata a fini propagandistici, per aggregare consenso e conquistare voti cosi da continuare a gridare all’invasione, cavalcando l’emergenza allo scopo di usarla e strumentalizzarla. Con questo decreto, che basa le sue premesse su menzogne e falsi teoremi, verranno creati nuovi irregolari, il senso di insicurezza percepito dalla gente crescerà e il nostro ministro dell’interno potrà ancora giocare a fare lo sceriffo, sparando a zero sui diritti basilari. Il testo approvato ieri non dà alcuna soluzione, non è uno strumento atto al governo del paese, ma è un puro esercizio propagandistico del ministro dell’Interno che, di fatto, dimostra di non essere in grado di fare qualcosa di concreto ed utile, ma solo propaganda sui social media. Consigliamo la lettura di questo pezzo su The Submarine per approfondire questo aspetto (https://thesubmarine.it/…/il-decreto-salvini-dimostra-che-…/)
Il decreto nega diritti consolidati e reprime il dissenso in particolare in materia di politiche securitarie, mettendo al muro i cittadini che non sono “degni” di interventi di sostegno. Gli articoli che scorrono nel decreto puntano l’indice contro i “poveri”, italiani o stranieri che siano, che sono stati sempre in fondo all’agenda delle forze politiche. Cosi arriva il momento in cui si spazza via ciò che si intende far scomparire dalle strade della città, configurando un nuovo istituto giuridico che possa dichiarare “non-cittadini” migliaia di persone. Lo stato di diritto, così come lo conosciamo, è praticamente abolito. Addirittura cade la presunzione di innocenza dopo il primo grado, dove una condanna potrebbe precludere il diritto internazionale di richiedere protezione in Italia.
Cade anche ogni principio di solidarietà e di diritto alla cura della nostra società: il daspo urbano (entrato in vigore per volere di Minniti) verrà esteso anche a presidi sanitari e agli ospedali, potendo così impedire a persone senza fissa dimora di trovare riparo nei pronto soccorsi. Ogni singolo provvedimento in materia di immigrazione – che va dall’abrogazione del riconoscimento del permesso umanitario, al prolungamento dei tempi di trattenimento per gli irregolari da 90 a 180 giorni, fino allo smantellamento del sistema di accoglienza e al ricatto sulla cittadinanza – mira a destabilizzare il sistema di protezione al fine di consolidare irregolarità e marginalità e ponendo dunque paradossalmente un problema di sicurezza sociale.
Per un elenco delle peggiori norme contenute nel decreto, rimandiamo all’articolo di Claudia Torrisi su VICE (https://www.vice.com/…/decreto-salvini-immigrazione-sicurez…). Questo decreto è disumano, è pericoloso, è inaccettabile.
Noi diciamo no, non è in nostro nome. Perché l’ingiustizia ieri è diventata legge e, come ci ha insegnato Bertolt Brecht, la nostra resistenza ad essa diventa un dovere.