Sale a 196 il numero delle persone morte ieri, durante il naufragio di un’imbarcazione nei pressi dell’Isola dei Conigli, a sud di Lampedusa.
Di fronte a un dramma umano di tali, spaventose dimensioni, le reazioni sono diverse.
La sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini con un’ordinanza ha indetto il lutto cittadino.
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale.
Il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza, ha disposto che oggi venisse osservato un minuto di silenzio nelle scuole di ogni ordine e grado.
Tante associazioni e persone hanno organizzato sit-in, incontri, manifestazioni di commemorazione, ma anche di protesta contro l’attuale normativa sull’immigrazione (Ricordiamo l’appuntamento di oggi, a Roma, a piazza dell’Esquilino).
Altri hanno reagito diversamente.
La Lega Nord ha parlato di “messaggi di accoglienza”, condannandoli, che sarebbero alla base degli arrivi delle persone. (ne abbiamo parlato qui)
Pensavamo che tali dichiarazioni non avrebbero avuto molto seguito. Ma ci siamo dovuti ricredere, almeno leggendo alcuni articoli pubblicati su diversi quotidiani nazionali.
Camillo Langone su Il Foglio di giovedì 3 ottobre scrive che le persone morte ieri sono state uccise dalla “non indifferenza”: non li avrebbe quindi uccisi lui, “che all’africano mendicante davanti al Conad non sgancio nemmeno i centesimi che mi danno fastidio in tasca, che all’asiatico ambulante che ogni sera in vineria tenta di piazzarmi una rosa non offro nemmeno uno sguardo”. Ad ucciderli sarebbe stata l’illusione di poter vivere meglio. Illusione che è stata data loro da Enrico Letta, sempre secondo Langone. Perchè? Perchè ha “nominato una ministra congolese. Ovvio che poi in Africa pensino che l’Italia sia il paese di Bengodi”. E’ anche colpa di tutti quelli che chiamano queste persone “migranti”. Come dovrebbero essere chiamate, ci chiediamo: forse persone? Uomini, donne? No: secondo Langone, il nome da usare è “invasori: se la notizia di questa definizione si fosse diffusa oltremare, molti dei cento o duecento o non so quanti morti sarebbero ancora vivi, non sarebbero mai partiti temendo un’accoglienza di dobermann e fucilate”.
Langone è in buona compagnia: Il Giornale di venerdì scorso affida l’apertura a Magdi Allam, e il titolo a caratteri capitali nella prima pagina è: “Trecento morti di buonismo”. La teoria proposta è la stessa: “Per prevenire che possano morire li andiamo a recuperare non solo in acque internazionali ma persino nelle acque territoriali straniere. Per soccorrerli quando sono a un passo dalla morte dispieghiamo le nostre unità navali militari e civili, pubbliche e private, in una gara di solidarietà assolutamente gratuita che va al di là di qualsiasi prescrizione contemplata dai trattati internazionali”.
Ci viene da rispondere che non sempre, purtroppo, avviene quello che dichiara Magdi Allam: ma quando succede siamo ben felici di constatare che alcuni esseri umani si mobilitano per aiutarne altri, senza che sia necessario un trattato per questo.
Non mancano, naturalmente, i gesti propagandistici e vergognosi della Lega. Il sindaco leghista di Gemonio, paese nel Varesotto, pubblica orgoglioso sul suo profilo Facebook una foto di sé foto mentre toglie la bandiera listata a lutto mentre Gianluca Pini, Umberto Bossi e Matteo Salvini, scrivono su Facebook che “le persone vanno aiutate a casa loro”.
Al di là della disumanità di tali gesti e affermazioni, è necessaria una considerazione chiara e semplice: finchè la quotidianità per buona parte della popolazione mondiale resterà composta da fame, guerre, persecuzioni e da diseguaglianze inaccettabili, le persone proveranno – giustamente – a cercare una vita migliore. Come del resto sta accadendo anche a molti giovani italiani che oggi tornano a cercare lavoro in altri paesi.
L’unico modo per impedire che, nel tentativo di migliorare la propria esistenza, le persone muoiano, è abbandonare la logica dell’invasione, della difesa dei confini, e far sì che possano usare modi legali e sicuri per spostarsi. Tutto il resto è demagogia.