25-06-2018, Giugliano(NA) - Campania
Munkail Kailu Osman, bracciante agricolo con un regolare permesso di soggiorno, viene aggredito in casa da tre carabinieri, due marescialli e un appuntato, che gli mostrano delle pistole e un Corano. E senza un motivo concreto, viene portato via in caserma. Uno dei carabinieri gli dice: «Mò che è arrivato Salvini e Renzi non ci sta, ti dobbiamo fare un culo così». Osman trascorre una notte in carcere, ma il gip non convalida il suo arresto: i carabinieri del nucleo investigativo provinciale di Napoli indagano da tempo sui tre carabinieri, e le loro conversazioni erano sotto intercettazioni. Alcuni giorni dopo, i tre carabinieri vengono arrestati per aver “fabbricato” le prove contro il cittadino ghanese di 37 anni, accusato ingiustamente di essere un “terrorista islamico”. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, i tre avevano messo nella casa dell’uomo alcune armi e un finto piano per compiere un attentato: progettavano di arrestarlo e ricevere così un encomio ufficiale, cosa che avrebbe giovato alla loro carriera. I tre sono stati fermati con le accuse di falso ideologico, calunnia, detenzione e porto illegale di armi clandestine.
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