24-05-2016, Saronno(VA) - Lombardia
La sezione locale della Lega Nord organizza in piazza un presidio per manifestare il proprio rifiuto netto all’arrivo di 32 richiedenti asilo in città. “E’ passato un anno dall’inizio della campagna elettorale – commenta il sindaco Alessandro Fagioli presente al gazebo con il Presidente del Consiglio comunale Raffaele Fagioli e diversi consiglieri comunali – e abbiamo mantenuto la promessa fatta agli elettori. Saronno ha sempre detto di essere contraria all’accoglienza di profughi/clandestini e così è stato. Se poi ci sono delle realtà private che vogliono accogliere devono, non solo rispettare tutte le regole ma anche prendersi le proprie responsabilità”. Oltre al gazebo, i leghisti sfoggiano un manifesto giallo con la scritta a caratteri cubitali “Saronno non vuole clandestini. Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini, vitto, alloggio e vizi pagati da noi nel frattempo ai saronnesi tagliano le pensioni ed aumentano le tasse”. Dopo alcuni mesi, a metà ottobre, l’Asgi e il Naga presentano al Tribunale civile di Milano un’azione antidiscriminazione per le dichiarazioni rilasciate ai giornali e per quei manifesti, con cui la Lega Nord di Saronno ha qualificato come cosiddetti “clandestini” i richiedenti asilo che sarebbero dovuti arrivare in città. Alberto Guariso (Asgi) ha spiegato che si ritiene che ci sia una discriminazione “anche sotto la fattispecie delle molestie”, nell’attribuzione della qualifica di cosiddetti “clandestini” ai richiedenti asilo, che la Prefettura aveva destinato alla struttura di accoglienza di Saronno. La molestia in questo caso si configurerebbe “violando la dignità di una persona e creando un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo”. A febbraio 2020, il Giudice di secondo grado respinge l’appello della Lega Nord. La Corte d’Appello di Milano conferma che qualificare come “clandestini” i richiedenti protezione internazionale attribuisce automaticamente un comportamento illegale a chi invece si trova sul territorio per chiedere protezione e ha diritto di restarvi fino a che la sua domanda non venga esaminata. La Corte d’Appello ha riconosciuto la responsabilità sia della sezione locale che della Lega nazionale e ha dunque condannato la Lega nord a risarcire il danno (quantificato in euro 5000 per ogni associazione), a pubblicare la decisione su due quotidiani (“Il Saronno” e “Il Corriere della Sera”) e sulla homepage dei siti internet della Lega, nonché alla rifusione delle spese processuali.
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