I carabinieri vengono chiamati per una presunta aggressione da parte di un cittadino straniero ai danni di una ragazza di 16 anni. Una volta giunti sul posto, i militari si trovano di fronte a un gruppo di cittadini che circondano il migrante, accusandolo di un tentativo di violenza. Gli agenti conducono l’uomo in questura, mentre una seconda pattuglia, dopo aver individuato la 16enne, in evidente stato di agitazione, si accerta che i genitori la portino in ospedale. Dagli esami clinici emerge solo un forte stato di ansia reattivo da parte della minorenne. La stessa, dimessa nel giro di poche ore, chiarisce alle forze dell’ordine la dinamica dei fatti. Dal racconto della 16enne si evince che lo straniero l’aveva seguita a breve distanza lungo via Trento e lei, temendo di essere in pericolo, si è fermata davanti al portone di un condominio, fingendo di citofonare, per poi darsi alla fuga. L’uomo si trovava ancora a poca distanza da lei, ma in realtà non aveva cattive intenzioni. La posizione dell’uomo è stata accertata in questura, dove, attraverso il fotosegnalamento, si è appurato che lo stesso è in possesso di un regolare permesso di soggiorno ed in attesa delle definizione di una pratica per il riconoscimento di protezione internazionale. Non vi era alcun elemento, quindi, per procedere ulteriormente a suo carico. Ma nel frattempo i seminatori d’odio, attraverso i social network, si sono scagliati contro l’immigrato, dando sfogo alle peggiori pulsioni razziste. Su Facebook c’è anche chi si è vantato di aver “massacrato di botte” lo straniero, incassando il plauso di altri internauti.