07-06-2009, Brescia(BS) - Lombardia
Pat, 25 anni, cittadina nigeriana, da oltre sette a Brescia con regolare permesso di soggiorno, contratto a tempo indeterminato, incinta di 6 mesi. Obaze, 30 anni, anche lui nigeriano, sofferente di una seria malattia cardiopolmonare, ha perso il permesso di soggiorno perché le lunghe degenze ospedaliere non gli hanno lasciato il tempo di seguire la pratica per ottenere l'asilo politico che aveva richiesto in quanto perseguitato religioso. Decidono di sposarsi al comune, ma, nel giorno convenuto per le pubblicazioni, Pat viene accompagnata in una stanza da due impiegate che le dicono di riempire un modulo. Una delle due si allontana, e poco dopo torna con i vigili che prelevano Obaze, impedendo a Pat di salire sulla stessa vettura che lo conduce al posto di polizia e senza informarla del motivo del fermo. L'uomo viene portato in carcere, e solo l'indomani Pat può finalmente sapere il motivo dell'arresto: non ha ottemperato all'ordine di espulsione. Tuttavia Obaze era stato assolto proprio il giorno prima: il giudice ha ritenuto che sussiste un giustificato motivo per la non punibilità, anzi i motivi sono almeno due, ovvero le critiche condizioni di salute e l'aspettativa di paternità.
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