La notizia: nel centro di Varese, nella tarda serata del 19 febbraio, tre cittadini salvadoregni, armati di machete, rapinano due passanti e tentano di estorcere denaro e oggetti preziosi ad una terza persona. All’arrivo delle forze dell’ordine, due rapinatori vengono arrestati quasi immediatamente, mentre un terzo – loro complice – viene rintracciato e bloccato in un secondo momento.
L’accaduto, in sé, rappresenta uno dei numerosissimi fatti di cronaca locale. Tuttavia, laddove ne viene data notizia (su pochi quotidiani locali), è sempre sottolineata la nazionalità degli aggressori, insieme a termini stigmatizzanti quali “banda” o “gang”.
Ma il fatto più sconcertante (e, alle volte, i social network non aiutano ad una diffusione adeguata) è la reazione della Lega Nord cittadina, che lancia un pubblico appello al prefetto Giorgio Zanzi affinché “conceda il porto d’armi a tutti i cittadini che ne facciano richiesta”. Portavoce della proposta è il segretario della Lega Nord, Marco Pinti.
Il leghista annuncia: «Condivideremo sul nostro profilo Facebook il modulo per la richiesta. Quanto alle ragioni valide e motivate richieste per questo tipo di licenza: allegare la rassegna stampa relativa alle rapine attuate con machete e l’intervista al fondamentalista islamico espulso da Varese. Oggi viviamo il paradosso in cui i criminali sono armati e gli onesti cittadini no. È ora di invertire la rotta: se lo Stato, tra tagli alla sicurezza e svuotacarceri, ci ha lasciati soli, almeno ci consenta di autodifenderci. Sembra una provocazione, ma in realtà è una proposta disperata. Quasi l’ultima e definitiva ammissione che non stiamo correndo il rischio far west, siamo già al far west. È la logica conseguenza alle politiche scellerate si questo governo che tra decreti svuota carceri e immigrazione incontrollata sta riempendo le strade di delinquenti. Chi può installa inferiate o allarmi, noleggia vigilantes privati. Tutti gli altri si aggrappano alla buona sorte che, per ora, è gratis ed efficace tanto quanto la povera polizia italiana in tempi di austerity. Se il benzinaio non fosse intervenuto armi alla mano per difendere la commessa di una gioielleria oggi forse non staremmo parlando di un cattivo processo in più, ma di un funerale di troppo. Comunque la si pensi la situazione è grave, non è la Lega a dirlo, ma tutti i sindacati di polizia, i sondaggi, le statistiche e tutti gli indicatori che certificano il grado di esasperazione crescente nelle nostre città».
La proposta arriva in concomitanza della massiccia campagna, condotta a livello nazionale dal segretario Matteo Salvini in primis, sull’autodifesa, prendendo le parti del benzinaio Graziano Stacchio, il quale ha reagito a un tentativo di rapina che si stava svolgendo in una gioielleria vicino alla sua stazione di servizio, sparando contro un gruppo di cinque banditi. Uno dei rapinatori, un cittadino rom, è poi stato ritrovato morto, e per la Lega Nord Stacchio è diventato un eroe, come confermano le parole di Salvini stesso: «Se l’autodifesa serve? In un Paese normale dovrebbe pensarci lo Stato ma qui siamo in Italia e Stacchio ha agito da persona responsabile. Mi è piaciuto il suo profilo basso, nessun atto di eroismo da parte sua, ma ha fatto quello che ogni buon padre di famiglia avrebbe fatto: difeso se stesso e i suoi. E proprio per questo motivo non deve passare nemmeno cinque minuti di problemi».
D’altronde, da tempo oramai, la Lega Nord afferma che “siamo in guerra”. E neppure un richiamo così forte alle armi, sembra stupire l’opinione pubblica.