“Sono trascorsi quasi due mesi da quando, con una ordinanza di sgombero firmata dal Comune e dalla Prefettura di Bari, siamo stati trasferiti in circa 150 persone dalla Casa del rifugiato sul lungomare all’interno dell’edificio ex-Set, dove ora stazioniamo in tende blu della Regione Puglia e con la bandiera dell’Unione Europea. Ora che siete intervenuti voi come Istituzioni, la nostra situazione di vita, rispetto a quella presente nella Casa del rifugiato, è peggiorata”. Lo scrivono i diretti interessati, i rifugiati, in una lettera indirizzata proprio al Comune e alla Prefettura di Bari, per sollecitare una presa di resposabilità seria e immediata, ad oggi totalmente assente. Proprio per denunciare le condizioni in cui versano e le pesanti lacune istituzionali, richiedenti asilo e rifugiati si incontreranno la mattina di venerdì 9 gennaio in piazza Prefettura, “per ricevere delle risposte concrete alle nostre domande”.
Pubblichiamo di seguito la lettera, con l’invito a sostenere la mobilitazione.
Dai migranti della tendopoli ex-set Lettera al Comune e Prefettura di Bari
Sono trascorsi quasi due mesi da quando, con una ordinanza di sgombero firmata dal Comune e dalla Prefettura di Bari, siamo stati trasferiti in circa 150 persone dalla Casa del rifugiato sul lungomare all’interno dell’edificio ex-Set, dove ora stazioniamo in tende blu della Regione Puglia e con la bandiera dell’Unione Europea.
Ora che siete intervenuti voi come Istituzioni, la nostra situazione di vita, rispetto a quella presente nella Casa del rifugiato, è peggiorata. All’interno di ogni tenda dormiamo in otto persone tra cui donne, alcune incinte, e nuclei familiari. Il capannone è umido, quando piove l’acqua gocciola dentro, molti di noi si ammalano senza mai guarire del tutto, mettendo a rischio tutti gli altri compagni di tenda. Vi sono anche malati cronici (per esempio di diabete) che non reiscono ad accedere alle giuste cure. Spesso siamo anche costretti a chiamare l’ambulanza.
Alla Casa del rifugiato, quando siamo entrati, non c’era nulla; ma dopo qualche settimana con lavori di carpenteria abbiamo creato delle stanze confortevoli, dove vivevamo in due o tre persone. Vivevamo con maggiore serenità, senza tensioni tra di noi e con meno problemi di salute. Spesso alcune associazioni ci portano da mangiare, ma per noi questo è secondario. Non vogliamo essere trattati come dei poveracci e con atti di carità, bensì vogliamo essere messi nelle condizioni di lavorare, vivere in una casa e in città in maniera dignitosa, senza elemosinare cibo o altro.
Nelle ultime settimane ci sono stati degli incontri tra di noi e la rappresentante del Comune, la signora assessora al Welfare. Ma al momento non abbiamo ricevuto delle risposte chiare e nessun atto concreto rispetto a quello che abbiamo sempre richiesto per migliorare la nostra vita. Secondo la legge e i trattati internazionali, siccome siamo rifugiati politici avremmo diritto ai dei servizi di base che al momento, dopo anni di permanenza qui in Italia e a Bari non abbiamo tuttora ricevuto.
Abbiamo diritto a ricevere la residenza, anche attraverso l’utilizzo dell’indirizzo virtuale via città di Bari. A molti di noi sta scadendo il permesso di soggiorno, se non riceviamo la residenza non possiamo rinnovarlo e rischiamo di diventare irregolari per la legge italiana. Vogliamo vivere regolarmente per trovare un lavoro regolare.
Vogliamo sapere a chi rivolgerci quando ci ammaliamo. Non possiamo andare sempre all’ospedale. Vorremmo sapere come ricevere un’assistenza socio-sanitaria.
Ci avevano detto che le tende erano una sistemazione temporanea e di emergenza, ma al momento non conosciamo ancora per quanto tempo rimarremo qui e non sappiamo dove andremo. Ormai è quasi un anno che proponiamo di recuperare e fare dei lavori all’interno di un edificio abbandonato del Comune, ma nessuno ci dà delle risposte. Abbiamo letto e ci hanno raccontato che a Roma, ma anche nel resto dell’Italia i soldi per gli immigrati vengono rubati e non dati direttamente a chi ne ha diritto. Perché succede questo? Perché quei soldi non vengono utilizzati per l’accoglienza, come ci spetta?
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di organizzare una manifestazione per venerdì mattina 9 gennaio per incontrare insieme i rappresentanti delle Prefettura e del Comune di Bari. Per ricevere delle risposte concrete alle nostre domande.
Invitiamo tutti a venire in piazza Prefettura. Grazie!
I migranti della tendopoli ex-Set di Bari
(Le fotografie della tendopoli sono state scattate dai rifugiati e dai membri del colelttivo Rivoltiamo la precarietà)