In un discorso pronunciato il 25 novembre, nella sede del Comune di Roma, ad undici giorni dagli attentati di Parigi, il capo del governo italiano, Matteo Renzi, aveva annunciato un aumento di 2 miliardi di euro delle spese previste per il 2016, da dividere in parti uguali tra la “sicurezza” e la “vita culturale”. Le misure sono state inserite con un emendamento del governo nel testo della legge di stabilità 2016 che con il voto finale della Camera ha assunto la sua stesura definitiva e proprio oggi dovrebbe ricevere il voto definitivo del Senato senza ulteriori modifiche.
Il comma 979 della legge di stabilità così come licenziata in aula alla Camera prevede recita così:
“Al fine di promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale, a tutti i cittadini italiani o di altri Paesi membri dell’Unione europea residenti nel territorio nazionale, i quali compiono diciotto anni di età nell’anno 2016, è assegnata, nel rispetto del limite di spesa di cui al comma 980, una Carta elettronica. La Carta, dell’importo nominale massimo di euro 500 per l’anno 2016, può essere utilizzata per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematogra-fiche, per l’acquisto di libri nonché per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologi-che, parchi naturali e spettacoli dal vivo.” Al finanziamento della misura sono destinati 290 milioni di euro (comma 980), circa la metà delle somme inizialmente annunciate.
Dunque, i giovani che compiranno i 18 anni nel 2016 avranno a disposizione un bonus una tantum da 500 euro da spendere per eventi culturali. Con un piccolo dettaglio: il cosiddetto “bonus cultura” è in favore dei soli giovani italiani o stranieri provenienti da un Paese dell’UE, e non sarà riconosciuto ai ragazzi che vivono stabilmente in Italia ma che non hanno ancora la cittadinanza italiana. “Faccio l’esempio – spiega Andrea Maestri, deputato iscritto al gruppo misto Alternativa possibile – di una classe in cui ci sono 17 ragazzi italiani, 3 rumeni e due senegalesi, tutti uguali dinanzi alla Costituzione, alle leggi e al professore. Ma due di loro, i senegalesi, in quanto non cittadini dell’Ue non avranno accesso alla card di 500 euro prevista dal governo. Gli italiani e i rumeni avranno la possibilità di andare al cinema gratis, mentre loro dovranno pagare di tasca propria”.
A quella del deputato, si è aggiunta l’indignazione di Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei che, durante un convegno alla Camera su “Immigrazione: un’opportunità economica” organizzato da Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, ha parlato di un “segnale bruttissimo sul piano culturale: il benvenuto del governo ai maggiorenni non è per tutti, non lo è per coloro che come si diceva sono una risorsa”.
Lo stesso Francesco Boccia ammette candidamente l’errore, e gioca a scarica barile con le opposizioni. “Sul bonus ai diciottenni è mancato il coraggio di estenderlo anche ai ragazzi stranieri residenti in Italia anche se nati altrove – ha dichiarato. C’è stata una presa di posizione netta delle opposizioni che si sono mostrate contrarie e la maggioranza non ha avuto il coraggio di forzare la mano. E’ una carenza che va colmata, non penso si riesca a fare in questa legge di Stabilità ma certamente in uno dei prossimi provvedimenti”. Ma sino a prova contraria la maggioranza, in quanto tale, avrebbe potuto approvare la giusta applicazione della misura senza dover ricorrere a “nessuna forzatura”. E a poco valgono i due ordini del giorno presentati prima della votazione del provvedimento dal Partito Democratico e da Sinistra Ecologia Libertà che chiedono un “impegno” da parte del Governo a valutare “l’opportunità di correggere la norma”.
In sintesi: un ennesimo esempio di discriminazione istituzionale che ovviamente il Governo non può e non vuole ammettere.