Maggior coinvolgimento dei paesi membri dell’Unione europea, apertura di canali umanitari, sostegno all’azione diplomatica, soccorso dei profughi, creazione di campi d’accoglienza in Africa: sono molte, e molto diverse, le proposte presentate alla Camera il 18 marzo, in previsione della riunione del Consiglio dei Ministri del 19 e 20 marzo scorso. Un meeting con diversi punti all’ordine del giorno: dalle misure per la crescita e l’occupazione alla costruzione di un’unione dell’energia, dalla definizione del partenariato orientale alla situazione in Ucraina e Libia.
Proprio sulla crisi nel paese nordafricano si soffermano molte delle risoluzioni presentate alla Camera. Solo una quella approvata, primo firmatario l’on. Roberto Speranza del Pd, in cui si chiede al Governo di “perseverare nell’azione diplomatica di sostegno all’azione di mediazione delle Nazioni Unite in Libia, portata avanti dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale”. Un’azione che secondo Speranza meriterebbe un incremento degli sforzi, “anche nell’ambito dell’Unione europea, per assicurare che il processo acceleri e acquisisca maggiore sostanza, nella prospettiva della rapida formazione di un esecutivo di unità nazionale in grado di stabilizzare il Paese, far ripartire la ricostruzione e contrastare il terrorismo”. In quest’ottica viene ribadita, in una prospettiva di coordinamento “tra i principali attori internazionali e regionali [..] la disponibilità dell’Italia a partecipare a iniziative internazionali, richieste da parte libica e autorizzate dalle Nazioni Unite, volte al monitoraggio dell’auspicato termine delle ostilità e con un ruolo di primo piano nella decisiva fase della stabilizzazione e della ricostruzione dopo la formazione di un Governo di unità nazionale”.
E’ quindi la prospettiva di un intervento diplomatico, almeno per ora, quella approvata alla Camera. Rigettate tutte le altre risoluzioni, a ben vedere molto diverse tra loro. Posizioni che affrontano anche la ‘questione migratoria‘, trascurata dalla risoluzione approvata.
Se da una parte la Lega Nord chiede la creazione di “campi d’accoglienza in Africa nei quali procedere alla verifica della sussistenza dei requisiti necessari alla concessione del diritto d’asilo”, oltre all’adozione “di una linea d’azione comune nei confronti della guerra civile libica e di quella siriana” – senza però entrare effettivamente nel concreto, Sel invita a “non prevedere alcun tipo di intervento militare”, di fatto sostenendo la proposta del Pd di “promuovere soluzioni di carattere politico, diplomatico e negoziale [..] in primis sostenendo l’iniziativa dell’inviato dell’ONU”. Sul piano del terrorismo, in particolare con riferimento all’Is, Sel chiede “il blocco dei flussi finanziari e delle forniture di armamenti che sostengono IS e le milizie delle varie fazioni negli scontri”, mentre vengono sollecitati l’apertura “di canali umanitari dai Paesi confinanti la Libia”, con l’appoggio dell’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), e la riattivazione “in tempi rapidi dell’operazione Mare Nostrum”, con il “duplice obiettivo di soccorrere i profughi che scappano dai conflitti in Siria, Afghanistan, Iraq, Eritrea attraverso la Libia e di sorvegliare le coste dalle minacce del terrorismo jihadista”.
Specularmente, da Fratelli d’Italia arriva invece la richiesta di “potenziare l’operazione Triton” e rivedere “il sistema Dublino”: FI sembra d’accordo con la Lega Nord sull’“esaminare in loco le domande di asilo”, chiedendo alla Libia “un controllo più puntuale delle coste e la creazione di centri di accoglienza”, associando a questo il “pattugliamento delle coste libiche”. Un pattugliamento che secondo Fratelli d’Italia dovrebbe esplicitarsi in un “intervento europeo a difesa dei confini Sud del continente, anche tenendo conto del dramma umanitario che non si prevede possa diminuire in tempi ragionevole”. Non è chiaro come un intervento a difesa dei confini possa essere collegato in qualche modo al “dramma umanitario” in corso, e non si capisce come un paese, la Libia, che versa in una “situazione di progressivo deterioramento” – come esplicita il servizio Viaggiare sicuri messo a disposizione dal Ministero Affari Esteri, e come dichiarato più volte durante le risoluzioni presentate il 18 marzo- potrà realizzare quello che finora l’Unione europea non è riuscita a compiere, ossia gestire il “dramma umanitario” di chi fugge dalle molte guerre in corso, in particolare in Africa.
Il Movimento 5 Stelle, se da una parte sollecita il Governo “ad attivarsi perché l’Unione europea si faccia maggiormente carico della gestione dei flussi migratori, rivedendo gli impegni di Dublino III”, per quanto riguarda l’arrivo dei migranti non vede nella missione Triton alcuna soluzione, chiedendone dunque il “superamento”.
I testi integrali delle risoluzioni discusse sono disponibili nel database degli atti istituzionali.