Il weekend del 28 e 29 marzo è stato caratterizzato da numerose e violente proteste nei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). La più dura si è verificata domenica notte nella struttura di Gradisca d’Isonzo, in Friuli Venezia-Giulia. Le persone recluse hanno incendiato materassi e arredi in più occasioni per denunciare la mancanza di misure anti-contagio e chiedere di essere liberate. Intanto, i giudici cominciano a non convalidare i trattenimenti a causa dell’emergenza sanitaria. Un approfondimento di Giansandro Merli su il Manifesto del 31.03.2020.