“Le vicende di Parigi, al di là dell’impatto emotivo suscitato, impongono di produrre analisi e soluzioni“, scrive Stefano Galieni nell’editoriale del sito Zeroviolenza, progetto di informazione indipendente. Un’analisi attenta ed una chiave di lettura dei fatti di Parigi che passa attraverso le guerre che i paesi Nato continuano oggi a combattere, attraverso la paura e la costruzione dello scontro insanabile fra “europei” e “musulmani” . “Finché esisteranno vittime di serie A, in quanto europee o occidentali, da piangere, da ricordare, da vendicare, per cui riempire le pagine della stampa mondiale e vittime di serie minori, perite in un attacco militare, in un naufragio di profughi, in un attentato che avviene lontano dai nostri occhi eurocentrici, sarà difficile che non crescano mura di rabbia e di odio“, continua Galieni. E conclude, tra le speranze e la preoccupazione di un mondo che ci fa paura: “E forse quello che ci potrebbe fare bene, che ci potrebbe salvare, è ascoltare le voci dei naufraghi e dei salvati, le voci delle madri che aspettano notizie dei propri figli, le voci di chi non riesce a fuggire dai paesi privi di prospettiva, le voci che supereranno Frontex e le tante barriere infami, quelle che racconteranno cosa significa il bombardamento, il deserto, l’ambiente distrutto, il futuro infranto“.