Servizio civile e corpi civili di pace: sono questi i due temi su cui interviene e insiste l’interrogazione presentata la scorsa settimana – precisamente il 26 febbraio – dal parlamentare Giulio Marcon (Sel). Un testo con cui si chiede alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero della Difesa di dare seguito a quanto previsto dalla linee guida del Governo elaborate un anno fa, che sollecitavano la «partecipazione degli stranieri al Servizio civile» e l’istituzione dei «corpi civili di pace».
Il primo punto -la partecipazione dei giovani stranieri al Servizio civile nazionale– è stato al centro di un dibattito lungo e articolato, le cui conseguenze pratiche si sono riversate sulla vita di moltissime persone (clicca qui per un approfondimento ). Un percorso a ostacoli terminato con un parere del Consiglio di Stato (n.1091/2014 ) che, come ricordato nell’interrogazione, ‘ha definitivamente chiarito che la norma contenuta all’articolo 3 del decreto legislativo n. 77 del 2002, relativamente ai requisiti di ammissione del servizio (solo i cittadini italiani), «vada disapplicata in quanto incompatibile con il divieto, sancito dalla normativa europea, per gli Stati membri di prevedere per i cittadini stranieri (siano essi comunitari, extracomunitari lungo soggiornanti o beneficiari di protezione internazionale) anche in ordine alla formazione professionale, un trattamento diverso rispetto a quello stabilito per i cittadini nazionali»’. “Occorre che il Dipartimento della gioventù del servizio civile nazionale [..] consenta anche ai cittadini stranieri di accedere al servizio civile”: scriveva infatti il Consiglio di Stato nel parere n. 1091/2014 depositato giovedì 9 ottobre 2014 (ne abbiamo parlato qui ). Ma, di fatto, nei bandi il requisito discriminatorio non è mai stato eliminato: “Il disegno di legge delega sul terzo settore non prevede questo ampliamento”, viene sottolineato nel testo dell’interrogazione.
Anche sull’istituzione dei «corpi civili di pace» il governo non sembra applicare quanto definito nelle linee guida. “La legge di stabilità per il 2014 ha introdotto un finanziamento triennale per promuovere l’esperienza dei corpi civili di pace per 500 giovani in servizio civile”, si legge nell’interrogazione. Una sperimentazione che permetterebbe a molti ragazzi e ragazze di recarsi nelle zone di conflitto e fare esperienze di interposizione tra le parti, di riconciliazione, di costruzione della pace, riprendendo tante esperienze che si sono realizzate in questi anni. Una misura che “dimostra come si possa intervenire nei conflitti con gli strumenti alternativi della nonviolenza”, afferma Marcon, sottolineandone l’attualità, a fronte dello scenario internazionale contemporaneo.
L’ampliamento del servizio civile ai giovani di cittadinanza non italiana e l’istituzione dei corpi civili di pace sono due misure che il Governo si è impegnato a disciplinare, anche prevedendo lo stanziamento di ulteriori risorse finanziarie. Ma che al momento non hanno avuto alcuna attuazione. L’esecutivo intende dare seguito a quanto approvato? E’ proprio quello che chiede l’interrogazione.
Qui è possibile leggere il testo dell’interrogazione a risposta orale.