Il 13 dicembre 2014 la Questura si è impegnata pubblicamente ad accogliere alcune precise richieste espresse dai migranti di Modena e provincia, riunitisi in presidio. Da allora nulla è cambiato. Lo scrive il Coordinamento Migranti di Modena, in una lettera aperta alla Questura in cui denuncia una sorta di “razzismo istituzionale”, che lascerebbe alla totale discrezionalità dei vari uffici la possibilità di decidere su questioni che ricadono sulla quotidianità delle persone, come il rilascio dei permessi di soggiorno.
Pubblichiamo di seguito il testo della lettera, ricordando l’appuntamento lanciato proprio dal Coordinamento per domenica 15 febbraio alle ore 15, in via Gaetano Donizetti 1 Spilamberto (Modena), per discutere insieme sulle possibili soluzioni ai problemi riscontrati.
Male pratiche della Questura di Modena:
nulla è cambiato, ma non aspetteremo in silenzio!
Lettera pubblica alla Questura di Modena.
L’attesa non ci piace. Non ci è mai piaciuta. Siamo uomini e donne migranti e, quando abbiamo deciso di muoverci, non abbiamo aspettato niente e nessuno per organizzarci e lottare per il futuro nostro e dei nostri figli. Noi sappiamo che ci sono cose difficili da realizzare e, quando aspettiamo, lo facciamo perché abbiamo chiaro il risultato che vogliamo ottenere. Forse questo la Questura di Modena non lo sa. Ma se crede di poterci accontentare con delle promesse vaghe, magari accompagnate da sorrisi amichevoli, si sbaglia di grosso.
Il 13 dicembre 2014 la Questura si è infatti impegnata pubblicamente con i migranti di Modena e provincia, riunitisi in presidio dal mattino, ad accogliere alcune nostre precise richieste. In quell’occasione abbiamo detto ai vertici dell’Ufficio stranieri che avremmo vigilato sulle loro promesse. Noi, che le promesse le rispettiamo, ci siamo incontrati nuovamente in assemblea a Modena il 25 gennaio 2015 e tutti siamo d’accordo su un fatto: da allora nulla è cambiato!
- La Questura continua ancora a rilasciare permessi di soggiorno quasi scaduti.
- Rilascia anche permessi di attesa occupazione per chi ha contratti di breve durata quando avremmo invece diritto a un normale permesso di soggiorno per lavoro.
- Non ci sono poi notizie dello sportello informativo, e così dobbiamo rivolgerci ad avvocati che si arricchiscono alle nostre spalle.
- Siamo inoltre costretti ad andare da patronati e sindacati per richiedere l’appuntamento per ritirare il permesso di soggiorno.
- La Questura continua infine a rilasciare permessi di un anno anche in presenza di un contratto a tempo indeterminato, anche se legge prevede un permesso di due anni.
- Ancora più grave: nonostante le sentenze del TAR regionale della Lombardia, come avviene per altro a Bologna, anche a Modena la Questura vincola il permesso al controllo dei contributi INPS, facendo ricadere su di noi, migranti e lavoratori, le truffe di padroni e cooperative!
Abbiamo aspettato, ma adesso chiediamo: quand’è che la Questura pensa di cambiare davvero atteggiamento? Che cosa pensa la Questura, che vogliamo essere tranquillizzati a parole? No! Noi vogliamo che siano risolti i problemi che ci rendono la vita inutilmente più difficile. Quando dalla discrezionalità di un ufficio dipende la vita di migliaia di persone, le scelte pesano come macigni. Noi chiamiamo queste cose razzismo istituzionale. La Questura può scegliere se usare questa discrezionalità per caricare di paura e di un peso insostenibile migliaia di famiglie che vivono in provincia di Modena, o se rispettare gli impegni presi e dare finalmente delle risposte concrete.
È tempo di dire basta al razzismo istituzionale! È tempo che alla Questura di Modena le cose cambino! Non vogliamo più essere espulsi a causa della precarietà del lavoro e non accettiamo che i nostri già magri salari siano impoveriti dalle male pratiche della Questura. Non accettiamo, poi, che i migranti che vivono qui da 30 anni siano sotto la costante minaccia di diventare clandestini. Noi non abbiamo paura di chiedere quello che ci spetta e ci aspettiamo che la Questura convochi un incontro per spiegare le ragioni per cui gli impegni presi non sono stati rispettati e per trovare i modi più rapidi per mettere fine a uno stato di cose inaccettabile. Non si può teorizzare a parole l’integrazione e poi favorire pratiche amministrative che costruiscono segregazione e disagio. In attesa di una risposta non staremo con le mani in mano e ci incontreremo nuovamente il 15 febbraio a Spilamberto (Mo) per organizzare altre iniziative per far sì che le promesse della Questura non restino parole vuote.
coo.migra.bo@gmail.com -3275782056 – www.coordinamentomigranti.org