Non si fermano i controlli effettuati dal Comune di Roma sui minori stranieri non accompagnati.
E’ infatti da qualche settimana che l’amministrazione capitolina ha avviato una procedura di accertamento dell’età dei minori presenti nei centri di accoglienza del territorio: una procedura che si inserirebbe in un’indagine penale condotta dalla Procura di Roma in accordo con il Tribunale per i Minori, per contrastare il traffico dei migranti e il loro sfruttamento. Secondo questa indagine, minori già dichiarati tali da una struttura ospedaliera pubblica possono essere sottoposti a un nuovo controllo senza l’emanazione di un ordine della magistratura: è considerato sufficiente quello emanato dalle Forze dell’Ordine, su segnalazione del Comune di Roma. (ne abbiamo parlato qui http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/2013/04/controlli-nei-centri-per-minori-troppe-domande-senza-risposta/).
Questa prassi si presta a “numerose illegittimità”, come denuncia l’Asgi.
L’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione ricorda infatti che “l’accertamento dell’età è uno strumento che non può essere utilizzato ordinariamente ma solo nei casi in cui vi sia incertezza sulla minore età (circolare del Ministero dell’interno prot. 17272/7), e solo su ordine dell’Autorità giudiziaria (art. 8 d.p.r. 448/88)”. A questo proposito è utile ribadire che le persone sottoposte ai controlli sono già passate per un primo accertamento dell’età, effettuato da una struttura ospedaliera pubblica proprio ai fini dell’inserimento nelle strutture di accoglienza per minori.
Inoltre, sempre l’Asgi sottolinea che “secondo le indicazioni del Protocollo emanato nel settembre 2009 dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (cd. Protocollo Ascone) l’accertamento dell’età non può essere limitato alla radiografia mano-polso ma deve essere effettuato un approccio multidisciplinare o multidimensionale, all’esito del quale qualora residuino ancora dubbi deve essere applicato il principio della presunzione della minore età, in ossequio a quanto stabilito dal Comitato sui diritti dell’infanzia UNICEF nel Commento Generale n. 6 del 2005”. Invece, viene effettuata solo la radiografia, senza alcun tipo di incontro o colloquio.
L’ultima perplessità di Asgi riguarda il fatto che “gli accertamenti dell’età devono essere espletati in strutture pubbliche, in presenza di operatori specializzati e preparati”. Le persone vengono invece visitate presso l’Ospedale Militare Celio.
Una procedura, quindi, che viola diversi criteri, alla base dei quali c’è l’esigenza di protezione del minore straniero, “categoria che – sottolinea Asgi – è di per sé vulnerabile e per la quale vige un preciso obbligo legale per le Istituzioni pubbliche di fornire adeguata ed effettiva tutela”. La violazione di tali criteri sembra tradire invece una certa fretta nel voler procedere, piuttosto che una reale volontà di contrastare lo sfruttamento dei migranti.
Alcuni ragazzi sono stati “frettolosamente dichiarati maggiorenni” – segnala l’Asgi – diventando dunque “oggetto di provvedimenti di espulsione, oltre che di denunce penali”. Addirittura, l’associazione YoMigro ci segnala che “la sera di giovedì 28 marzo tre minorenni bengalesi, precedentemente prelevati dal centro di accoglienza e costretti a sottoporsi a visite mediche presso l’ospedale militare del Celio, sono stati trasferiti al Cie di Ponte Galeria dalla Polizia Locale di Roma Capitale”, poiché ritenuti maggiorenni, quindi passabili di denuncia per truffa ed espulsione. “Dopo una notte passata al Cie – prosegue YoMigro – “sono stati nuovamente visitati. Uno di loro è stato definitivamente riconosciuto minore e riaffidato al centro. Gli altri due ragazzi sono stati trattenuti nel Cie per la seconda notte consecutiva e rilasciati solo nella giornata di sabato 30 marzo. Per essere finalmente ripresi in carico dal centro per minori”.
Così, per combattere il traffico di migranti e tutelare i minori, il Comune li costringe a un nuovo, ulteriore accertamento, ponendoli in una condizione di paura che potrebbe portarli ad allontanarsi dai centri. Mettendoli così, davvero, alla mercé di eventuali sfruttatori. Uno strano modo di tutelare le persone. Forse, come afferma l’Asgi, “gli accertamenti sull’età vengono espletati forzatamente al fine di ridurre il numero dei MSNA a carico dell’Ente locale e dunque per ridurre la spesa pubblica”.
Mentre si cerca di fare chiarezza sulla vicenda, quello che si può fare è informare i minori coinvolti e gli operatori dei centri, mantenere alta l’attenzione su quanto sta succedendo, e pretendere il rispetto dei diritti delle persone coinvolte. Per questo, l’Asgi ha chiesto il coinvolgimento del Tribunale per i Minori di Roma, in quanto Autorità principalmente deputata a garantire il rispetto dei diritti dei suddetti.
Qui è possibile leggere la testimonianza di quanto successo ai ragazzi trattenuti al Cie di Ponte Galeria, riportata da YoMigro: http://www.dinamopress.it/inchieste/come-mandare-tre-minorenni-al-cie