Nelle ultime settimane, alcuni centri di accoglienza per minori di origine straniera presenti sul territorio romano stanno ricevendo dei fax dal Comune di Roma. Sui fax, i nomi di alcuni cittadini stranieri, convocati presso gli uffici comunali. Il motivo di queste convocazioni? Assicurarsi che questi minori siano effettivamente tali.
La strategia per farlo è la seguente: vengono chieste al minore le generalità, specificando la possibilità di dichiararsi maggiorenne (se nel caso). All’autodichiarazione corrisponderebbe un allontamento dalla struttura di accoglienza, senza alcun tipo di conseguenza penale. Al contrario, se la persona si dichiara minorenne, viene sottoposta a una visita medica di accertamento presso l’Ospedale militare Celio. Se questa visita rivela la maggiore età dell’interessato, per lui scattano diversi provvedimenti: decreto di espulsione, denuncia per uso di documenti falsi, falsa generalità e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Cosa c’è che non va in tutto questo? Diverse cose.
La prima, è che queste persone sono già state sottoposte ad accertamenti medici, prima di entrare nelle strutture di accoglienza. Accertamenti effettuate da strutture pubbliche, statali. Sostanzialmente, è lo Stato che controlla il suo stesso operato.
La seconda, è che esiste la possibilità che le persone controllate erano minorenni quando sono entrate nelle strutture, e abbiano compiuto la maggiore età dopo.
La terza, è il motivo per cui viene effettuata questa operazione. Alle associazioni e ai centri che hanno sollevato critiche sulla pratica in atto, le Forze dell’Ordine e il Comune di Roma avrebbero spiegato che questa prassi farebbe parte di una indagine penale volta a contrastare il traffico dei migranti e il loro sfruttamento. Ma allora perchè le uniche vittime di questa procedura sembrano essere proprio coloro che, visto lo scopo dell’indagine, dovrebbero essere tutelati, ossia i cittadini migranti? A questa procedura non segue alcun tipo di controllo, interrogatorio o accertamento. Al contrario, chi viene identificato come maggiorenne riceve un decreto di espulsione e tre denunce molto pesanti. Cosa che non sembra propriamente una pratica di protezione o contrasto allo sfruttamento.
Una vicenda piena di punti di domanda e aspetti poco chiari, su cui è necessario fare luce. Ma che, nel frattempo, sta creando non pochi problemi alle persone convocate. Spaventati da questa operazione, sono in pochi a capire quello che sta succedendo.
Non lo capiscono gli operatori dei centri, che si chiedono perchè, dopo tanto lavoro con queste persone – e molti soldi spesi per la loro accoglienza – si metta in pericolo la loro presenza sul territorio, tra l’altro rovinando la fiducia che si è faticosamente andata creando, cisto che i minori devono essere accompagnati ai controlli dai responsabili delle strutture di accoglienza.
E non lo capiscono i migranti che, dopo essere già stati sottoposti a una visita medica, si ritrovano esattamente al punto di partenza. E con molta paura di perdere tutto.
Qui la denuncia dell’associazione YoMigro e le testimonianze video raccolte in collaborazione con Esc Infomigrante: http://www.dinamopress.it/news/perche-giocano-con-le-nostre-vite