Pubblichiamo qui di seguito l’appello per una manifestazione fra Italia ed Austria contro il ritorno del filo spinato, per costruire un’Europa più accogliente.
Da mesi uomini e donne, bambini e anziani, cercano di raggiungere l’Europa per trovare un futuro lontano da guerre e fame. Nelle isole dell’Egeo, in Italia come in Austria, nei Balcani come in Germania, ovunque lungo le frontiere e nelle città, i cittadini europei si organizzano per sostenere i migranti e per esprimere la propria solidarietà verso chi affronta viaggi sempre più pericolosi e costosi alla ricerca di una vita dignitosa.
Con la loro politica di esclusione, i governi dei Paesi europei ci stanno invece portando a una pericolosa deriva, quella dell’indifferenza, dell’egoismo, della disumanità mettendo a rischio il progetto di un’Europa libera e aperta.
Non solo ci vogliono indifferenti ai minori dispersi, alle donne oggetto di violenze indicibili, ai morti nell’Egeo e nel Mediterraneo, ma ci pretendono loro complici nelle politiche che bloccano e colpevolizzano chi rifiuta un destino di miseria per sé e per i propri figli.
Il governo austriaco ha annunciato il ripristino di controlli e reti al confine con l’Italia, per respingere i migranti, per trasformare il sud Europa in un grande Centro di Espulsione.
Svezia e Olanda hanno annunciato deportazioni di massa per i migranti a cui è rifiutato l’asilo, dimenticando che questa pratica è stata introdotta nel periodo più buio della storia europea.
Il governo danese ha varato una legge per sottrarre ai richiedenti asilo i loro pochi averi, prospettando la medesima soluzione per tutti i cittadini danesi con reddito basso.
Non è questa l’Europa che vogliamo!
Attorno alle politiche di accoglienza e immigrazione si gioca dunque una partita più grande, che riguarda il futuro dell’Europa in cui viviamo. Il sistema Hotspot condanna alla clandestinità centinaia di migliaia di persone, negando preventivamente la possibilità di chiedere la protezione internazionale in Europa, mentre si minaccia la Grecia di essere estromessa dalla UE. Sempre più Stati decidono di sospendere Schengen anche per i cittadini dell’Unione, mentre ovunque i servizi di welfare vengono cancellati, vincolati al reddito, legati alla posizione di lavoro. Proliferano ostacoli ai nostri diritti, nuove frontiere amministrative per confinare nell’illegalità. Queste politiche sono profondamente ingiuste nonché illegittime, oltre che risultare dannose per la convivenza e per il futuro delle nostre società.
Non è questa la nostra Europa!
Oggi crediamo sia il momento di far sentire la voce di tutti coloro che come noi rifiutano i muri e i fili spinati, di chi come noi non è rassegnato ad un futuro di razzismo, sfruttamento, precarietà, ingiustizia e disuguaglianza.
In questo presente sfruttato dagli speculatori della paura e dell’odio, dalle forze politiche che incitano alla guerra tra poveri, dobbiamo far sentire la voce di chi come noi costruisce ogni giorno un pezzetto di una società più giusta, più includente, più umana, più democratica.
Per questo invitiamo tutti e tutte a lavorare per costruire una manifestazione transnazionale al confine tra Austria e Italia entro la fine di marzo. Una grande mobilitazione che esprima un chiaro no ai confini e alle reti e un forte sì alla libertà di movimento.
La nostra primavera comincia qua.
PRIME FIRME
Renata Attolini, Gianfranco Bettin, Donatello Baldo, Lorenzo Baselice, Luca Casarini, Alberto Campailla, Giovanna Cavallo, Andrea Cemin, Sandro Chignola, Neva Cocchi, Gianmarco De Pieri, Tommaso Di Francesco, Tommaso Fattori, Francesco Ferri, Martin Fischer, Nicola Fratoianni, Sebastian Kohlsheen, Florian Kronbichler, Danilo Lampis, Walter Massa, Filippo Miraglia, Giulio Marcon, Riccardo Laterza, Lorenzo Marsili, Sandro Mezzadra, Giovanni Paglia, Giovanni Pagano, Rosa Paolella, Nico Paulon, Valentina Orazzini, Luca Recano, Manila Ricci, Antonia Romano, Alessandra Sciurba, Federica Zambelli, Jacopo Zannini.
PER ADESIONI: appello.confini@gmail.com