“L’unica cosa da fare è il boicottaggio nei confronti di quei supermercati che vendono prodotti raccolti dagli schiavi nelle campagne pugliesi”. A lanciare la proposta è Yvan Sagnet, uno dei portavoce dei lavoratori stranieri durante lo sciopero alla Masseria Boncuri a Nardò (Puglia), nell’agosto del 2011, e attualmente delegato sindacale per la Flai Cgil Puglia.
“Mi riferisco a Carrefour, Achuan, Lidl, Coop – denuncia Sagnet dalle pagine de La Repubblica – Dicono di rispettare i codici etici del lavoro, però quando andiamo nei campi incontriamo molti lavoratori che subiscono danni, i loro diritti non vengono rispettati, vengono ridotti in schiavitù”.
La proposta di Sagnet arriva dopo la diffusione in Francia di un’inchiesta giornalistica, “Les Récoltes de la honte” (La raccolta della vergogna), del programma “Premieres Lignes”, visibile su youtube.
L’inchiesta ha trattato alcuni tra i prodotti più consumati dai francesi, concentrandosi sulla pesca in Guinea, sulle coltivazioni di banana in Ghana, e sulla raccolta di pomodori, angurie e broccoli in Puglia.
I giornalisti francesi citano i grandi distributori e i loro codici etici: “La Società è sempre stata attenta al rispetto dei più alti standard etici [..] al fine, tra l’altro, di promuovere il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori”, si legge nel regolamento di Auchan.
Quella di Premieres Lignes è la prima indagine d’oltralpe, ma considerando anche quelle prodotte in Italia, l’ultima in termini di tempo, a denunciare la situazione di schiavitù in cui si trovano moltissimi cittadini di origine straniera che lavorano nel settore dell’agroalimentare: una situazione presente in tutta Italia, e non solo nelle campagne pugliesi.
Giuseppe Deleonardis, segretario della Flai Cgil di Bari, sottolinea la totale assenza di controllo in questo settore: “Dal 2006 neanche un’azienda ha avuto il blocco dei finanziamenti pubblici. Eppure in Puglia la stragrande maggioranza delle aziende agricole utilizza migranti sfruttati nei campi e lavoro nero”.
“Molto di questi prodotti che arrivano sulle nostre tavole provengono da un sistema mafioso e dalla riduzioni in schiavitù dei lavoratori”, fa eco Saignet, che tra pochi giorni testimonierà nel processo a carico di 7 imprenditori salentini e 9 presunti complici africani, accusati di associazione a delinquere, riduzione in schiavitù, estorsione, favoreggiamento dell’immigrazione “clandestina” e della permanenza in stato di irregolarità sul territorio nazionale, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il processo è iniziato il 31 gennaio scorso, ed è il primo in cui viene contestato il reato di caporalato (603 bis), inserito nel Codice penale con la legge 148/2011.
La proposta di boicottaggio viene accolta dalla Regione Puglia, che si è costituita parte civile nel processo. “Siamo favorevoli a iniziative di boicottaggio avviate dai sindacati nei confronti di quelle aziende che sfruttano il lavoro nero e inducono alla schiavitù i lavoratori stranieri”, affermano gli assessori regionali al Lavoro e all’Agricoltura Leo Caroli e Fabrizio Nardoni.