Si è riunito il 2 e 3 dicembre a Bruxelles il Consiglio Europeo Giustizia e Affari interni al quale ha partecipato la ministra dell’Interno Lamorgese. Tra i punti all’ordine del giorno, la politica dell’Unione Europea in materia di migrazione e asilo, sulla base di una relazione preparata dalla presidenza finlandese (Maria Ohisalo, ministro degli interni della Finlandia). Il dibattito in materia di migrazione e asilo è stato già avviato nella riunione informale del Comitato strategico sull’immigrazione, le frontiere e l’asilo (CSIFA), nonché nella riunione informale dei ministri della giustizia e degli affari interni, entrambe tenutesi a Helsinki nel luglio 2019. Durante la riunione di ieri, i ministri hanno accolto con favore l’intenzione della Commissione di presentare un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. L’obiettivo di tale patto sarebbe quello di rafforzare l’approccio globale alla migrazione, analizzando le frontiere esterne, i sistemi di asilo e rimpatrio, la spazio Schengen di libera circolazione e lavorando con i partner al di fuori dell’UE. Si è parlato molto di “armonizzazione” del sistema di asilo e di “convergenza” tra gli Stati membri nelle procedure. Ma si è insistito molto anche sul rafforzamento della “credibilità” e della “leadership” dell’UE nei confronti dei paesi terzi partner.
E’ stato anche chiamato in causa il primo Forum globale sui rifugiati, che si terrà in dicembre, come un’opportunità per dimostrare un impegno concreto a condividere, con i paesi ospitanti, la responsabilità delle situazioni dei rifugiati.
Tuttavia, i temi sul tavolo non sono affatto nuovi: fra tutti, il controllo e il rafforzamento delle frontiere esterne, “promuovendo una migrazione sicura e ordinata e contribuendo in tal modo a un maggiore senso di sicurezza tra tutti i residenti”. Il discusso regolamento di Dublino è stato citato nel corso della discussione, ma non nella bozza di conclusioni della riunione; non sembra dunque siano stati fatti passi in avanti nella direzione di una sua riforma (ricordiamo che una proposta di riforma del Regolamento era stata approvata da parte del Parlamento europeo nel novembre 2017).
Questi infatti gli obiettivi prioritari individuati:
“- Migliorare la cooperazione con i paesi terzi attraverso una costruzione equilibrata e sostenibile di partenariati, sia per prevenire la migrazione “irregolare” sia per migliorare la cooperazione in materia di rimpatri;
– Istituire procedure di asilo più efficienti che coprano tutte le fattispecie;
– Supportare ulteriormente gli Stati membri sottoposti a maggiori pressioni, in particolare gli Stati membri in prima linea;
– Migliorare il legame tra le procedure di asilo e di rimpatrio per innalzare il livello dei rimpatri stessi;
– Basarsi sul ruolo centrale delle agenzie dell’UE, fra le quali Frontex ed EASO.”
La preparazione del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 e la nomina della nuova Commissione, secondo l’andamento del dibattito, offrono l’opportunità di rafforzare la coerenza delle politiche, in modo da sviluppare un approccio alla migrazione esteso a tutta l’amministrazione, che comprenda anche l’esame delle cause profonde del fenomeno. L’integrazione degli obiettivi connessi alla migrazione con quelli di altri settori strategici costituisce un esercizio di bilanciamento delicato ma necessario al fine di superare le sfide attuali e future e cogliere le opportunità in materia di migrazione.
Si resta in attesa dello sviluppo di tale dibattito ma soprattutto di risvolti pratici volti realmente a risolvere i grossi problemi legati al fenomeno migratorio.
Clicca qui per leggere la relazione della presidenza:
https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-14364-2019-INIT/it/pdf
e qui per leggere la bozza di conclusioni dell’incontro:
https://www.consilium.europa.eu/media/41586/st14755-en19.pdf