Alla vigilia del Consiglio Europeo del 26 e 27 giugno, e a pochi giorni dall’avvio del semestre italiano di presidenza europea – che inizierà il 1° luglio – il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato al Parlamento le linee programmatiche dell’Italia, proponendo una serie di riforme e delineando quelle che, secondo il premier, sarebbero le priorità da portare in Europa. Tra gli argomenti trattati, anche la ‘questione dell’immigrazione‘, in merito alla quale il Presidente del Consiglio non si discosta minimamente dalla linea tenuta negli ultimi anni. “Quando nel mare ci sono i cadaveri e si volta dall’altra parte, l’Europa non è degna di chiamarsi Europa di civiltà”, ha dichiarato Renzi.
Siamo d’accordo. L’Unione Europea e gli stati membri hanno sicuramente delle responsabilità nella gestione delle politiche sulle migrazioni e sull’asilo: proprio per questo sarebbero utili una stretta collaborazione tra i vari paesi, un piano coordinato a livello europeo per l’accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo e la revisione di un sistema che lascia ai singoli stati la competenza sulla disciplina e il governo delle politiche migratorie incoraggiando però una limitazione degli ingressi dei migranti per motivi di lavoro.
Ma dallo scorso ottobre in poi, è in corso in particolare in materia di asilo, uno sterile rimpallo delle responsabilità tra le istituzioni di Bruxelles e quelle di Roma.
L’unico intervento preciso sollecitato ieri dal premier è, ancora una volta, il rafforzamento di Frontex. Secondo il Presidente del Consiglio si deve “internazionalizzare l’intervento umanitario con un investimento molto forte in Frontex“. Frontex è un’agenzia alla quale dal 2006 è stato affidato il compito di “favorire una gestione integrata delle frontiere esterne”: auspicarne il potenziamento, anche “annacquandone” la missione centrale con l’affidamento di attività di ricerca e soccorso in mare, è un modo per non cambiare niente e per proseguire sulla strada intrapresa da allora.
“Se di fronte alle tragedie dell’immigrazione dobbiamo sentirci dire questo problema non ci riguarda, tenetevi la vostra moneta ma ridateci i nostri valori“, ha chiosato il presidente del Consiglio. Frase di grande effetto: peccato che manchino proposte incisive per onorare la solennità dell’affermazione.
Nessun accenno alla possibilità di aprire canali umanitari per evitare che le persone che fuggono da conflitti e persecuzioni non debbano affidarsi ai trafficanti e possano presentare le richieste di protezione direttamente presso le ambasciate europee e le organizzazioni internazionali presenti nei Paesi Terzi.
Non è stata minimamente menzionata l’urgenza di riformare il Regolamento Dublino III, prevedendo finalmente che i richiedenti asilo possano scegliere dove chiedere asilo e autodeterminare il proprio percorso e la propria vita.
Infine, non una parola è stata spesa in merito alla necessità di armonizzare a livello comunitario i sistemi di accoglienza per garantire in tutta Europa il diritto di asilo e un livello di accoglienza dignitoso.