Linea d’Ombra ODV Trieste, Campagna Lesvoscalling, APS Lungo la Rotta Balcanica – Along the Balkan Route, Bozen Solidale, Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino hanno diffuso un comunicato congiunto sulla situazione di violenze e abusi al confine orientale. Si chiede anche a gran voce l’immediata chiusura del CPR di Gradisca d’Isonzo e di tutti gli altri CPR e la libertà per le persone recluse. Qui di seguito il comunicato.
La situazione sul confine orientale sta diventando sempre più complessa e difficile. Il culmine è la morte di un ragazzo albanese di ventotto anni, detenuto nel CPR di Gradisca d’Isonzo. La diagnosi: dose eccessiva di psicofarmaci. Insieme a lui, un ragazzo marocchino, suo compagno di cella, che è stato salvato appena in tempo.
È il secondo morto in sette mesi, dopo il cittadino georgiano Vakhtang Enukidze nel gennaio scorso. Il 15 sera c’è stata una manifestazione spontanea sotto il CPR promossa dalla rete «No Cpr, no frontiere – Fvg», che insieme alla campagna LasciateCIEntrare sono in contatto costante con i reclusi e sono stati i primi a darne notizia.
Questo delitto di Stato, va però inquadrato nel contesto del confine orientale, sbocco della Rotta balcanica, dove continuano i respingimenti, chiamati “riammissioni” dalla ministra Luciana Lamorgese, in base a un vecchio accordo del 1996 con il governo sloveno. Sappiamo che i respingimenti non si fermano in Slovenia, ma proseguono in Croazia, la cui polizia, come è ormai ampiamente dimostrato e ipocritamente denunciato persino dall’Ue, pratica sistematicamente violenze di ogni tipo e respinge in Bosnia e Erzegovina. Da tempo questi respingimenti avvengono con violenza e sistematicità da parte della polizia croata anche in Serbia, mentre Amnesty International nei suoi rapporti sui Balcani parla apertamente di torture.
Su tutti i confini le polizie statuali si avvalgono della collaborazione di Frontex, e dalla Bosnia e Erzegovina sappiamo, inoltre, che quella polizia, da qualche tempo, sta gareggiando in violenza con quella croata.
Come realtà sociali impegnate in questi anni lungo la rotta balcanica e sui confini, non possiamo tacere di fronte a questa escalation di violenza. Non è vero come afferma Lamorgese che sulla Rotta Balcanica, non è presente nessuna emergenza tranne il Covid. C’è una sequela intollerabile di violenze, prevaricazioni e abusi sistematici puntualmente rimossi.
Chiediamo l’immediata chiusura del CPR di Gradisca d’Isonzo e di tutti gli altri CPR e la libertà per le persone recluse. La fine di qualsiasi abuso e respingimento, nonché il pieno accesso delle persone migranti, che ne fanno richiesta, alle procedure per la richiesta di asilo.
Linea d’Ombra ODV, Trieste
Campagna Lesvoscalling
APS Lungo la rotta balcanica
Bozen Solidale
Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino