Quattordici cittadini di origine straniera sono stati condannati oggi per aver preso parte alle proteste messe in atto a Palese, Bari, nell’agosto 2011.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il primo agosto circa 300 richiedenti asilo presero parte a una manifestazione di protesta, angosciati dai ritardi con cui venivano rilasciati i permessi di soggiorno. Una rivolta annunciata: da mesi gli uomini manifestavano contro i ritardi e i dinieghi dello status di rifugiato. Durante la protesta, gli uomini uscirono dal Centro Accoglienza per Richiedenti Asilo di Palese e bloccarono la linea ferroviaria Bari-Foggia e la Statale 16. Armati di bastoni, zappe, pietre e rastrelli, si scontrarono con gli agenti dello Forze dell’Ordine intervenuti per sedare la rivolta.
Delle 300 persone che presero parte alla manifestazione, ne furono identificate 45. Di questi, 14 hanno scelto il rito abbreviato, arrivando così al processo che si è concluso con la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Bari.
Dodici imputati, provenienti da Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio e Mali, sono stati condannati a pene di due anni per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, blocco ferroviario, interruzione di pubblico servizio, danneggiamenti, incendi e violenza privata. Per quattro di loro il gup ha ordinato la sospensione condizionale della pena.
Due persone, un 36 enne e un 32enne, considerate dal gup i leader della protesta, sono state accusate di istigazione a delinquere finalizzata alla rivolta, e condannate a una pena rispettivamente di 3 anni e 10 mesi e 3 anni e 6 mesi. Per loro, così come per altri nove condannati, il giudice ha disposto l’espulsione dal territorio dello stato per quella che è stata considerata dal Tribunale una presunta pericolosità sociale.
Il giudice ha inoltre riconosciuto il risarcimento dei danni alla costituita parte civile, la Ferrotramviaria Spa, da quantificarsi in un procedimento civile.