Martedi 4 agosto il sindaco del comune di Roma, Ignazio Marino, e l’assessora alle politiche sociali del Comune di Roma, Francesca Danese, sono stati auditi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione, presieduta da Gennaro Migliore (Pd).
“A Roma c’è un sovraffollamento di migranti” ha esordito il sindaco Marino, proseguendo: “Ho sottolineato ad Alfano come Roma sia la seconda città d’accoglienza dal punto di vista dei flussi, e non può effettivamente accogliere il 18-20% delle persone che arrivano nel Paese perché non abbiamo né le strutture né le risorse economiche. Servono – ha aggiunto il sindaco capitolino – abbastanza risorse per i mediatori culturali, anche per sottrarre le persone ai rischi di comportamenti criminali, perché spesso ai flussi si associa una vera e propria tratta di esseri umani che vengono poi sfruttati una volta arrivati. Questa certamente non è una sfida di un’amministrazione comunale, ma che va affrontata dal Paese e dal continente”.
Francesca Danese, dal canto suo, ha ribadito: “Roma non ce la fa più ad accogliere numeri alti e deve assolutamente svuotare queste strutture e lavorare sull’integrazione, una richiesta specifica fatta anche al prefetto Morcone e al ministro Alfano”.
Oltre ai migranti, Marino ha parlato anche dei cittadini rom e Sinti: “Rispetto ad altre città del continente noi abbiamo una concentrazione molto elevata di rom, sinti e camminanti, le stime ci dicono che superiamo largamente le 8mila presenze a Roma. Pensiamo che i campi siano da superare ma un conto è affermarlo e un conto è farlo: in città c’è una resistenza fortissima dei rom anche se si passa attraverso percorsi di legalità, come chiedere semplicemente che i bimbi vadano a scuola, ma vi assicuro che la stragrande maggioranza della popolazione di Roma è contraria al superamento dei campi rom con l’assegnazione di residenze popolari alle famiglie rom così come avviene per le persone non rom, e questo è un aspetto culturale, una sfida di pensiero”. L’assessora Danese ha poi aggiunto: “Con un accordo siglato tra Questura, Prefettura e i nostri dipartimenti Anagrafe e Politiche sociali porterò in giunta una nuova delibera che darà la possibilità alle associazioni di riprendere in mano la gestione delle residenze fittizie, ma con un impegno in più che garantisca che le persone a cui vanno date queste residenze poi effettivamente siano seguite e conosciute, e dovranno certificare più volte durante l’anno che frequentano l’associazione di riferimento”.
A breve sarà disponibile il resoconto stenografico dell’audizione, a questo link: