Il Consiglio comunale di Trento sta per approvare una delibera che estenderà al centro storico il divieto di chiedere l’elemosina. La possibilità che il divieto di questua, che sarà applicato con una modifica del Regolamento di polizia municipale da votare prossimamente, sia esteso alla città mette sgomento a molte persone. La misura non tiene conto delle precedenti sentenze della Corte Costituzionale – in cui si afferma che la mendicità non può essere oggetto di azioni repressive, se si limita alla semplice richiesta di aiuto – né del parere del Presidente della Repubblica, che nel novembre 2016 ha dichiarato illegittima un’ordinanza che introduceva provvedimenti analoghi. Antonia Romano, consigliera comunale di Trento, insieme ad altri cittadini ed associazioni del territorio, ha lanciato un appello trasversale, con il coinvolgimento della società civile e non dei partiti politici, al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio comunale di Trento. Si chiede di bloccare la delibera, prima di oltrepassare il confine che separa l’umanità dalla disumanità, di riflettere sulla gravità di negare il diritto sacrosanto che ogni persona ha di chiedere aiuto quando si trova in condizioni di bisogno, e si chiede, soprattutto, di combattere la povertà, non le persone povere. E’ stata lanciata anche una petizione online sulla piattaforma Change.org, attraverso Osservatorio Carta di Milano “La solidarietà non è reato”, per raccogliere adesioni di singole persone visto che il comune di Trento ha aperto un canale attivo proprio per accogliere istanze proposte attraverso petizioni. Noi l’abbiamo firmata. E voi, cosa aspettate?