Due azioni legali collettive presentate al Tar del Lazio da due gruppi di immigrati insieme a Patronato Inca, Federconsumatori e Cgil. L’Inca denuncia che spesso i tempi a disposizione dell’amministrazione per effettuare le verifiche necessarie ad accordare la cittadinanza (due anni) si allungano fino ad arrivare a 3-4 anni, senza peraltro ottenere risposte adeguate. Nel ricorso si chiede quindi di verificare le procedure in essere e propongono soluzioni operative che, senza costituire un onere aggiuntivo per lo Stato, potrebbero migliorare i tempi di istruttoria attualmente troppo lunghi. L’altra azione collettiva, promossa da 13 cittadini stranieri, denuncia il comportamento adottato da alcune Questure in merito alla concessione del permesso CE-SLP ai familiari di soggiornanti di lungo periodo (già “carta di soggiorno”). Alcune sedi, infatti, interpretando in modo restrittivo la norma, prolungano l’attesa per ottenere lo stesso documento di ulteriori 5 anni per i familiari di coloro che sono già in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo. I ricorrenti ritengono che il cittadino straniero in possesso dei requisiti reddituali e di idoneità alloggiativa necessari all’ottenimento del permesso CE-SLP possa richiedere lo stesso documento per i familiari a suo carico rientrando anch’essi nelle condizioni del richiedente. Le azioni collettive non prevedono risarcimenti, ma servono a costringere l’amministrazione a fare il suo dovere. Persone e associazioni che si riconoscono nei casi oggetto dell’iniziativa legale hanno la possibilità di aderire anche a ricorso presentato, contattando l’Inca-Cgil o la Federconsumatori.