Il testo su cui stavano lavorando le on. Marilena Fabbri (PD) e Annagrazia Calabria (Forza Italia) “ancora da perfezionare, conteneva molti elementi di novità”. Ieri sera però, dopo le dimissioni dell’on. Calabria, “l’on. Marilena Fabbri ha depositato un articolato diverso, che prende in considerazione solo i minori”. C’è grande perplessità tra i membri della campagna L’Italia sono anch’io, da anni in prima linea per questa riforma, circa il testo unificato per la riforma della cittadinanza, depositato ieri in Commissione Affari Costituzionali alla Camera. Un testo che raccoglie le oltre venti proposte di legge sulla modifica della legge 91/92, presentate in questi anni da esponenti di tutti gli schieramenti politici. E la cui presentazione è stata accompagnata dalle dimissioni dell’on. Calabria, corelatrice insieme all’on. Fabbri del ddl di riforma della legge sulla cittadinanza. “E’ un segnale evidente che il suo partito non vuole una riforma sulla quale la deputata di FI aveva condiviso un testo unificato con l’altra corelatrice”, affermano i membri della campagna in un comunicato. Una posizione di cui l’on. Calabria non fa mistero: “Per noi – ha dichiarato l’esponente di Forza Italia – esistono valori non negoziabili che sono il rispetto, la difesa e l’orgoglio dell’identità italiana. Il testo proposto non rispetta alcuno di questi principi”.
Il testo prova a sintetizzare le varie proposte che si sono susseguite in questi anni da diverse parti politiche, arrivando di fatto a tracciare un quadro che vede l’istituzione di uno ius soli temperato per le persone nate in Italia, e di uno ius culturae per chi arriva nel nostro paese in giovane età.
Sarà infatti italiano chi nasce in Italia da genitori di cittadinanza straniera regolarmente residenti da almeno cinque anni, senza interruzioni. Italiano dopo un ciclo scolastico di cinque anni, invece, chi nasce da genitori privi di tale requisito, o chi nasce altrove ma arriva in Italia a un’età inferiore ai dodici anni. L’acquisizione della cittadinanza non sarà automatica: i genitori dei minori dovranno inoltrare una “dichiarazione di volontà“. In mancanza della quale sarà compito dei figli, una volta maggiorenni, inoltrare la domanda entro due ani dal compimento dei 18 anni. Sempre due anni di tempo per rinunciare alla cittadinanza italiana, qualora ottenuta nella minore età su richiesta dei genitori.
Diverso l’iter per le persone arrivate in Italia in età più avanzata, ma comunque prima dei 18 anni: in questo caso, non si parla di “acquisizione”, bensì di “concessione” della cittadinanza, che potrebbe arrivare solo dopo sei anni di residenza regolare e ininterrotta in Italia, e solo dopo aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo” o un “percorso di istruzione e formazione professionale con il conseguimento di una qualifica professionale”.
E gli adulti? Al momento risultano completamente esclusi dalla riforma. Ad oggi, devono aspettare di arrivare a dieci anni di residenza ininterrotta in Italia prima di poter presentare la domanda di cittadinanza.
Ora, il testo unificato dovrà essere adottato in commissione Affari Costituzionali. La discussione riprenderà a settembre, dopo l’eventuale presentazione di emendamenti per possibili miglioramenti. Marilena Fabbri, si dice “convinta che questa proposta possa andare a buon fine, anche a seguito dei miglioramenti che potranno emergere dalla discussione degli emendamenti in commissione a settembre, e in aula nelle settimane successive”. Una fiducia che in realtà non sembra condivisa, vista la posizione assunta dall’on. Calabria.
Molto critici i membri de L’Italia sono anch’io: “La riforma proposta, a questo punto dalla sola relatrice del PD Fabbri, riguarda lo ius soli e il cosiddetto ius culturae, e non interviene sulle centinaia di migliaia di stranieri adulti che vivono e lavorano da tanti anni nel nostro paese e che vogliono diventare cittadini italiani. Si rischia, pensando di perdere consenso elettorale continuando il percorso avviato, di rinunciare a una riforma complessiva della legge di cittadinanza”. Proprio “per sostenere gli argomenti della coalizione che ha promosso la Campagna”, i membri de L’Italia sono anch’io chiederanno un incontro urgente al Presidente della Repubblica, anche in funzione delle “centinaia di migliaia di firme” che sono state raccolte, segno di “un consenso molto ampio alla riforma”. Consenso che evidentemente manco solo in Parlamento.
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