Il 4 agosto 2015, la Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio ha dato il proprio via libera all’adozione del testo unificato di riforma sulla cittadinanza, che raccoglie le 24 proposte di legge sulla modifica della legge 91/92, messo a punto dalla relatrice Marilena Fabbri del Pd (ne abbiamo parlato qui). Passa con i voti di Pd, Sel, Per l’Italia-Centro democratico, Scelta civica e Area popolare. Il Nuovo Centrodestra, pur avendo alla fine votato sì, ha mostrato più di qualche disappunto. «Nutriamo numerose riserve» spiega il presidente dei deputati di Ap, Maurizio Lupi, soprattutto riguardo «l’automatismo tra nascita e diritto di cittadinanza» che dovrebbe essere rivisto «legandolo a un percorso formativo, una sorta di ius culturae». Astenuto solo M5S, che attende di emendare in aula il testo, attuando per ora una sorta di “non belligeranza”. Contrari Lega Nord e Forza Italia: il testo è «frutto dell’arroccamento ideologico del Pd», accusa la ex relatrice di Fi Annagrazia Calabria, la quale, dopo essersi dimessa dal ruolo di corelatrice del ddl di riforma della legge sulla cittadinanza, promette opposizione dura in aula, perché «siamo convinti che la cittadinanza non è uno strumento di integrazione». Mentre, la Lega Nord minaccia «un Vietnam» in commissione. «A settembre – dichiara il deputato leghista Cristian Invernizzi – faremo delle vere e proprie barricate per impedire l’africanizzazione dell’Italia».
Soddisfatto, invece, Khalid Chaouki, deputato del Pd e coordinatore intergruppo cittadinanza: «Si tratta – spiega – di una riforma importante per il Paese che dovrà riconoscere il diritto di cittadinanza per un milione di nuovi bambini italiani». Il testo recepisce anche alcuni dei suggerimenti contenuti nelle proposte di legge di «L’Italia sono anch’io», la campagna promossa con una raccolta di firme da una ventina di associazioni. Ma i membri della campagna esprimono critiche e timori sul fatto che la riforma possa tradursi esclusivamente in uno ius culturae e in parte sui minori, senza intervenire “sulle centinaia di migliaia di stranieri adulti che vivono e lavorano da tanti anni nel nostro paese e che vogliono diventare cittadini italiani. Si rischia di rinunciare a una riforma complessiva della legge di cittadinanza”.
Il via libera della Commissione Affari Costituzionali è soltanto un primo passo verso la discussione che, prevista a settembre, si annuncia molto animata.
Per seguire l’iter dei lavori alla Camera: http://www.camera.it/leg17/126?tab=&leg=17&idDocumento=9&sede=&tipo=