“Sono 420 i luoghi di trattenimento dei migranti, per una capacità totale ufficiale di 37.000 posti”: queste le cifre portate alla luce dallo studio di Migreurop, rete di associazioni e singoli individui che dal 2003 pubblica la “Mappa dei campi”, vera e propria cartina dei centri di identificazione ed espulsione presenti sul territorio europeo e nei paesi limitrofi.
Attraverso tale lavoro di ricognizione, Migreurop evidenzia non solo un “aumento del numero dei centri, ma anche del periodo di trattenimento”: secondo lo studio effettuato dalla rete, dal 2009, anno in cui è stata pubblicata la precedente mappatura, in Francia si è passati da 32 giorni di trattenimento a 45, e in Spagna da 40 giorni a 60. In Italia, se nel 2009 una persona poteva essere detenuta per un periodo massimo di 2 mesi, oggi può rimanervi fino a un massimo di 18 mesi, così come in Grecia, dove prima il limite era di 3 mesi.
Migreurop denuncia inoltre le difficoltà incontrate nel reperire informazioni e dati circa l’insieme dei centri di detenzione e il numero delle persone in essi detenute: per molti paesi, ad es. la Germania, l’Austria, la Tunisia, Migreurop parla di “lacune informative”, generate, secondo la rete, dal fatto che spesso nei centri ci sono molte più persone rispetto al numero massimo previsto. Inoltre, Migreurop evidenzia come le autorità ricorrano frequentemente all’uso di luoghi che non figurano nelle liste ufficiali, e che quindi sono più difficilmente controllabili, come ad esempio le carceri, le navi mercantili, i locali aeroportuali.
“Le cifre e i dati riportati” – sottolinea Migreurop – “non riescono comunque a dare conto della situazione reale all’interno dei centri”, che la rete identifica come strumenti al servizio dei dispositivi legislativi, amministrativi e politici con cui i membri dell’Unione hanno deciso, dagli anni ’90, di governare il fenomeno migratorio. La scarsa trasparenza delle procedure, la mancanza di informazioni sulle persone detenute e sui loro diritti, l’impossibilità per i migranti di accedere all’assistenza legale e sanitaria, i frequenti trattamenti inumani e degradanti subiti dalle persone sono all’ordine del giorno in questi luoghi che restano difficilmente accessibili per le organizzazioni della società civile. Proprio per questo, risulta fondamentale sensibilizzare le persone e far conoscere loro la realtà dei centri di detenzione: è questo lo scopo del lavoro di Migreurop, che si batte per la chiusura di quelli che definisce “Campi di stranieri del 21esimo secolo”.
Visualizza la “Carta dei campi”: http://www.migreurop.org/IMG/pdf/Carte_des_Camps_Migreurop_2012-3.pdf