Il Senato ha approvato ieri l’art.3 comma E della Legge Europea (ddl 1533), accogliendo un emendamento a firma Manconi – Lo Giudice. L’emendamento prevede che il trattenimento di una persona all’interno di un Cie (Centro di Identificazione ed espulsione) non potrà superare i 90 giorni. L’intervento di Palazzo Madama modifica così i tempi di detenzione, fino ad oggi di 18 mesi in base all’estensione voluta nel 2011 dall’allora governo Berlusconi e dall’ex ministro dell’Interno Maroni, che aveva triplicato il periodo di trattenimento (dal 2009 era di sei mesi). Un aumento dei tempi di detenzione che “non ha migliorato il tasso di espulsioni, e ha prodotto una maggiore tensione all’interno dei CIE: tra quanti vengono trattenuti, solo il 42% viene espulso”, sottolinea il senatore Manconi.
Spetterà ora alla Camera dei deputati confermare la modifica, in un passaggio che secondo il senatore Luigi Manconi si compirà presto “perché in questa legge sono contenuti adempimenti che l’Italia deve assolutamente rispettare sulle relazioni a livello europee”. Osservazione ribadita anche dal senatore Gualdani: “In generale, si adegua il diritto interno alle norme comunitarie anche alla luce della loro interpretazione recata da alcune sentenze della Corte di giustizia europea”, ha affermato nel suo intervento.
“Soddisfazione” è stata espressa da Gabriella Guido, coordinatrice della campagna LasciateCIEntrare, che comunque sottolinea: “Speriamo che i pochi centri ancora rimasti aperti vengano svuotati e riconvertiti in strutture d’accoglienza, visto che l’urgenza in questo momento è assicurare una degna accoglienza dei profughi”. Anche Alberto Barbieri, coordinatore di Medici per i Diritti Umani, accoglie in modo positivo il cambiamento, che segna “un’inversione di tendenza rispetto alle politiche degli ultimi anni”. Ciò non toglie che la misura resti “insufficiente”: Medu, insieme a molte altre associazioni, ha più volte denunciato l’inadeguatezza del sistema Cie nel contrasto all’immigrazione irregolare, oltre che le quotidiane violazioni dei diritti e della dignità delle persone detenute. “Chiediamo da tempo che tutti i Cie operativi vengano chiusi, perché sono manifestamente inadeguati dal punto di vista strutturale, e di ridurre la detenzione amministrativa a estrema ratio, come dice la direttiva europea”, conclude Barbieri.
Una posizione condivisa anche dai firmatari dell’emendamento: “Ritengo che i Cie vadano aboliti perché tutto dimostra la loro irrazionalità, anche rispetto allo scopo dichiarato, e la loro inefficienza e i loro costi abnormi, in più per me è cruciale che siano luoghi di mortificazione della dignità umana – ha dichiarato Manconi, ricordando inoltre che nei Cie vengono trattenute persone che “non hanno commesso alcun reato, ma che si trovano solo in uno stato di irregolarità amministrativa”. “In attesa di avere la forza politica per superarli definitivamente, penso sia importante arrivare per lo meno a ridurne in maniera drastica la pericolosità”, ha sottolineato Manconi.
Ora, il governo dovrà scegliere: mantenere un sistema inefficace, costoso e disumano, o cambiare rotta smantellandolo definitivamente.