Di 7.944 persone trattenute nei Cie, solo 4.015 sono state rimpatriate, per una percentuale del 50,54% : lo dicono i dati forniti dalla Polizia di Stato relativi all’anno 2012, pubblicati da Medici per i Diritti Umani.
Il dato numerico riportato evidenzia un fatto, sottolineato nel comunicato di Medu, ossia “la sostanziale inutilità dell’estensione della durata massima del trattenimento da 6 a 18 mesi”. Una modifica introdotta nel giugno 2011, con l’obiettivo dichiarato di un miglioramento nell’efficacia delle espulsioni. Obiettivo evidentemente mancato, come sottolinea Medu: “Il rapporto tra i migranti rimpatriati rispetto al totale dei trattenuti nei CIE è incrementato di appena il 2,3% rispetto al 2010, anno in cui il limite massimo per la detenzione amministrativa era ancora di sei mesi”.
Inoltre, “se si compara il numero effettivo di rimpatri effettuati nel 2008 (anno in cui i termini massimi di trattenimento erano ancora di 60 giorni) con quello del 2012, si registra una flessione da 4.320 a 4.015” (vedi grafico).
Da un punto di vista prettamente numerico, la detenzione amministrativa si conferma dunque come “uno strumento sostanzialmente fallimentare nel contrasto dell’immigrazione irregolare”, denuncia Medu, che sottolinea come invece il prolungamento del tempo massimo di detenzione nei CIE abbia drammaticamente peggiorato le condizioni di vita dei migranti all’interno di queste strutture. Una situazione che Medu ha ampiamente documentato durante le viste effettuate in tutti i CIE. E non solo: gli stessi enti gestori hanno più volte espresso parere negativo in merito al prolungamento dei tempi di trattenimento, una misura che ha “seriamente compromesso la gestione complessiva dei centri causando gravi problemi organizzativi, logistici e sanitari”. Le numerose manifestazioni di protesta che si sono verificate nel corso dell’anno appena trascorso confermano la situazione di deterioramento delle condizioni di vivibilità: “Nel 2012 sono stati 1.049 i migranti fuggiti dai CIE, vale a dire il 33% in più rispetto al 2011”.
Alla luce di questa situazione, Medu “ritiene necessario riportare la questione del superamento dei CIE nel dibattito elettorale delle prossime elezioni politiche. Le gravi e ripetute violazioni dei diritti umani dei migranti – ancor più dell’evidente inefficacia dei centri di identificazione ed espulsione – impongono una radicale revisione dell’attuale sistema di detenzione amministrativa. Tale revisione non può che avvenire nell’ambito di una profonda riforma della legge “Bossi-Fini” che porti a politiche migratorie atte a garantire reali possibilità di ingresso regolare e di inserimento sociale. Su questi argomenti è quanto mai urgente che le forze che si candidano a governare l’Italia si esprimano con la dovuta chiarezza”.