La terribile storia di Jerry l’abbiamo raccontata circa 2 anni fa (qui il nostro articolo), quando improvvisamente vennero alla luce i primi retroscena della violenza razzista da lui subita nel luglio del 2017. Ce ne aveva parlato il suo avvocato Hilarry Sedu.
Jerry non stava bene. Soffriva, ma lottava per la vita malgrado fosse stato condannato da una paralisi a lottare ancora più forte. Non solo il trauma di una violenta, immotivata e insensata violenza razzista in una normalissima giornata di lavoro, avvenuta in un comunissimo luogo pubblico. Ma anche il trauma di una paralisi irreversibile. Nella notte fra il 19 e il 20 ottobre, Henry Jerry Boakye se n’è andato. Ha smesso di lottare. Ne hanno dato notizie le persone che più gli sono state vicine in questi anni di sofferenze (ringraziamo Celestina Morando, Marina Lupo, l’Avv. Hilarry Sedu, Francesca Ascione, Vincenzo d’Ambrosio per essere stati un po’ i suoi angeli custodi). Da solo, in un letto di ospedale, Jerry ha detto basta. Ultimamente rifiutava le terapie, rifiutava il cibo: non aveva più speranze. E poi, a causa del Covid, molte persone che gli volevano bene non hanno potuto stargli vicino come avrebbero voluto.
Il corpo di Jerry è ora nella Camera Mortuaria dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Giovedì 22 ottobre, alle 16.30, ci sarà una funzione presso la Cappella dell’Ospedale per salutarlo e accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio. Il gruppo di persone a lui più vicine sta cercando di organizzare con la famiglia il suo ritorno in Ghana, quella terra che ha lasciato tanti anni fa attraversando il deserto fra mille sofferenze, e passando attraverso le torture della Libia (questo il link https://www.gofundme.com/f/aiutiamo-jerry-pestato-per-razzismo dove stanno raccogliendo fondi per il rimpatrio della salma e donazioni in memoria per la famiglia di Jerry).
Tante persone amavano Jerry. Oggi, la rabbia si mescola al dolore e ad un senso profondo di impotenza. Jerry non meritava questa vita, non meritava di finire in questo modo. La sua storia ci deve far riflettere. Il razzismo è ancora capace di uccidere. I segni di una violenza razzista brutale, come quella subita da Jerry, possono avere conseguenze anche dopo anni. Conserviamo il sorriso di Jerry. Ricordiamolo così.
Grazie Jerry per averci fatto capire, anche ora che non ci sei più, che contro il razzismo e tutte le sue violenze dobbiamo lottare ancora più forte!