Una giovane cittadina nigeriana è stata aggredita, malmenata e insultata con frasi razziste da un uomo. L’episodio, per il quale sta indagando la polizia, è avvenuto ieri, 2 luglio, a Sassari, in tarda mattinata davanti al bancomat dell’Ufficio Postale di via Bogino. La giovane era in coda per prelevare allo sportello automatico, quando un uomo le si accosta e l’accusa di non aver rispettato la fila. La discussione accesa degenera presto in aggressione fisica, accompagnata da frasi offensive contro il colore della pelle e le sue origini africane. Infatti quando la ragazza, sebbene intimidita e sotto choc per la falsa accusa, prova a chiedere spiegazioni sul perché di tanta rabbia nei suoi confronti, per tutta risposta viene malmenata: l’uomo la tira per i capelli e la fa cadere sul marciapiede. La giovane, minuta ed esile nella sua corporatura, viene poi picchiata. Il suo aggressore le spezza in due il bancomat e spacca il telefono cellulare, facendolo rotolare per terra. E poi le urla: “Ci sono prima io, vattene via negra, tornatene in Africa!”.
Poi, vigliaccamente, scappa. Il tutto in pieno giorno e di fronte a numerose persone. Tra i presenti, nessuno ha reagito in difesa della vittima; trovano il coraggio di agire e chiamare le forze dell’ordine, solo dopo la fuga dell’aggressore. Qualcuno avrebbe anche aggiunto: “Non se ne può più di questi”, riferito alla giovane nigeriana. La ragazza è stata quindi soccorsa e accompagnata da un’ambulanza del 118 al pronto soccorso; il referto è di cinque giorni di cura e riposo.
La rete delle associazioni antirazziste operanti a Sassari ha organizzato un sit-in di protesta proprio in via Bogino, davanti alla sede delle Poste dove è avvenuto il brutto episodio. “Crediamo che razzismo e fascismo non si combattano su Facebook, o in salotti autoreferenziali in cui ci si può sentire senz’altro al sicuro, ma mettendoci la faccia e sporcandosi le mani, tutti i giorni e in ogni ambiente, per strada, parlando con il nostro vicinato e spiegandogli che non c’è nessuna invasione, e che se stanno male la colpa non è certo di chi sta peggio di loro”, si legge nel comunicato lanciato dalle associazioni.