Per la terza volta, le donne richiedenti asilo e rifugiate presenti nel centro di accoglienza di Anguillara sono state informate, senza alcun anticipo, del loro prossimo trasferimento. Questa misura arriverebbe dopo la faticosa costruzione di un rapporto con il territorio e i suoi abitanti, e imporrebbe loro di rinunciare a quel minimo percorso di inserimento che sono riuscite a intraprendere (con l’iscrizione dei figli a scuola, l’ottenimento di un medico di base…).
Per portare l’attenzione su questa problematica, hanno scritto alla Presidente della Camera Laura Boldrini.
“Chiediamo solo di essere trattate come esseri umani e di essere libere di determinare le nostre vite”, scrivono le donne nella lettera.
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“Posso assicurarvi che mi farò carico di veicolare la vostra richiesta al Ministero dell’Interno”, ha risposto la Presidente della Camera, che si è detta colpita dalla lettera e pronta a “sollecitare una soluzione che vada incontro alle vostre esigenze e a quelle dei vostri figli”.
Qui il testo della risposta della Presidente della Camera, e un breve resoconto della situazione delle donne del centro di Anguillara, a cura dell’associazione Infomigrante