Pubblichiamo qui di seguito l’articolo scritto da Annamaria Rivera per il Manifesto del 12 settembre. “La narrazione mediatica dei due stupri di gruppo commessi a Rimini è stata tanto smodata, volgare, colpevolista a priori, irrispettosa delle regole minime relative alla presunzione d’innocenza e alla tutela dei minorenni quanto quella dello stupro in divisa è cauta, tutta al condizionale, scettica di fronte a prove e testimonianze, costellata da allusioni allo stile di vita e alla moralità delle vittime”, scrive Rivera a proposito dei recenti casi di violenza sessuale (o sessista) degli ultimi giorni.
di Annamaria Rivera
L’arresto, a Roma, di un cittadino bangladese, accusato di stupro e rapina contro una giovane finlandese, alimenterà l’isterica campagna mediatica che rappresenta la violenza sessista come un’emergenza, invece che come un dato strutturale e trasversale.
Trasversale e strutturale come mostra esemplarmente il caso dei due carabinieri di Firenze, indagati per stupro e per ora solo sospesi dal servizio. C’è da auspicare almeno che Claudia Nozzetti, assessora della giunta pentastellata di Venaria Reale, non osi ripetere ciò che ha scritto, in un italiano assai grezzo, sui presunti stupratori alieni di Rimini: «E’ spero che li obblighino a tagliarselo l’un l’altro è a farglielo mangiare».
IL TRATTAMENTO delle notizie relative alla violenza sessista, differenziato secondo la nazionalità o l’origine dei violentatori, è ben esemplificato da quello che solo in apparenza è un dettaglio. A proposito dei presunti stupratori in divisa nessun organo d’informazione ha osato adoperare le pur abituali metafore animalesche (“branco”, “capobranco”, “caccia alle bestie”, nel caso di Rimini) che attribuiscono ai non-umani ciò che, al contrario, è tipicamente umano: un topos odioso quanto dilagante nei più vari media, anche d’orientamento divergente. Né sono mancate, per il caso riminese, le fake news: fra tutte, quella lanciata in un twitter da Alessandro Meluzzi, che pubblicava quattro foto false dei presunti colpevoli, commentate con «Adesso basta davvero con questi schifosi subanimali!»: una bufala subito rilanciata da alcune testate di destra.
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