Un pick up Nissan verde passa in via dei Mille, a Castelfranco di Sotto (Pisa), a folle velocità, poi si ferma improvvisamente davanti agli ambulatori della Misericordia. Scendono tre uomini: due più giovani e uno più anziano e si scagliano contro un cittadino straniero. Gli aggressori, davanti a decine di testimoni, dapprima gli urlano contro, poi lo insultano, poi cominciano a colpirlo con una spranga, e a calci e pugni. Mentre i due più giovani lo picchiano, l’uomo più anziano grida: “Devi pagare l’affitto hai capito? Pagare l’affitto”, sferrandogli colpi sul corpo e alla testa. Lo lasciano a terra sanguinante, prima di dileguarsi. Quando arrivano i sanitari, l’uomo presenta un vistoso ematoma in fronte frutto di una bastonata e molti lividi sulla schiena e sul corpo. Per fortuna le sue condizioni non sono gravi, ma è sotto choc e impaurito: «Hanno cominciato a picchiarmi senza darmi la possibilità di spiegarmi. Volevano soldi, urlavano, è stato spaventoso», racconta poi la vittima del pestaggio, un uomo di 47 anni di origini senegalesi, residente nella zona dal ’98 con una moglie e 5 figli (e che adesso teme anche per la sua famiglia, ndr). I suoi aggressori sono tre cittadini italiani, gestori di un conto terzi per la filiera concia della zona – un uomo e i suoi due figli. L’episodio, sul quale ora indagano i carabinieri, è avvenuto intorno a mezzogiorno del 28 maggio.
Nel giro di poche ore, i tre autori del raid punitivo vengono rintracciati e identificati dai carabinieri, che li conducono in caserma e trasmettono l’informativa di reato alla procura, in attesa di formalizzare il capo d’accusa. Poche ore dopo, vengono rilasciati. Per quanto riguarda questi tre uomini che si sono macchiati del reato, è ben nota, nel Comprensorio del Cuoio, l’attività lavorativa che svolgono (anche con segnalazioni di lavoro nero e sfruttamento). I tre, secondo quanto emerso, sono già stati protagonisti di altri episodi di violenza a danno tanto di cittadini italiani quanto di stranieri, anche loro dipendenti. Nel dicembre 2017, ad esempio, avevano picchiato con spranghe e catene due lavoratori stranieri che reclamavano il salario (episodio del quale si è venuti a sapere solo grazie alla denuncia della Cgil).
In tutti i casi, precisano gli inquirenti, i moventi restano di “carattere personale”, dettati “da un comportamento criminale”. Della stessa opinione sono il sindaco di Castelfranco, Gabriele Toti, e quello di Santa Croce, Giulia Deidda (da noi raggiunta telefonicamente per una intervista, la quale ha tenuto anche molto a precisare che questo modus operandi è del tutto contrario all’etica che appartiene agli imprenditori del Distretto, dei quali, anzi, va difesa la credibilità). Entrambi hanno espresso “condanna senza riserve per questo scempio, un gesto di violenza inaudita e inaccettabile compiuto oltretutto da soggetti recidivi, già noti per un’aggressione sconsiderata di cui si sono fatti protagonisti alcuni mesi fa”.
Va sottolineato che nella maggior parte delle situazioni di sfruttamento e violenza, non sono stati i cittadini italiani ad avere il coraggio di denunciare, ma i cittadini stranieri. E la comunità senegalese insieme alla Cgil sono un esempio da seguire per coraggio e dignità dimostrata. Il sindaco li ha subito incontrati per un confronto aperto. In questi giorni, sarà convocato il consiglio comunale per discutere dell’accaduto e rilanciare l’attenzione sul tema della legalità, dando nuovo impulso all’attuazione del lavoro portato avanti con il Codice Etico di Distretto.
Condividiamo con i sindaci la necessità di rispondere con fermezza a questo tipo di violenze sul lavoro: aggressioni così gravi non devono trovare in nessun modo solidarietà, ma una condanna ferma e condivisa, con i fatti e non solo a parole.