Accolto il ricorso presentato da tre degli otto agenti condannati il 3 ottobre 2011 per il sequestro e il pestaggio di Immanuel Bonsu, lo studente ghanese aggredito e insultato il 29 settembre 2008.
Bonsu era stato aggredito a Parma, nel parco “Falcone e Borsellino”, da tre agenti in borghese che, secondo quanto hanno dichiarato, l’avevano scambiato per uno spacciatore: dopo averlo inseguito e malmenato, il ragazzo era stato portato in caserma, e lì picchiato, denudato, umiliato, privato della possibilità di telefonare a casa. Solo dopo aver ceduto e firmato i verbali, il ragazzo era stato rilasciato, con una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, l’orbita sinistra fracassata, e i suoi effetti personali in una busta con l’intestazione ufficiale del Comune e la scritta “Emmanuel negro”.
A seguito della denuncia dell’accaduto effettuata da Bonsu, e della pubblicazione sul sito internet del quotidiano La Repubblica di alcune fotografie che mostravano il volto del ragazzo sfigurato dal pestaggio, la Procura aveva aperto un’inchiesta. Il 3 ottobre 2011 si era concluso il processo di primo grado, che aveva convalidato le imputazioni di percosse aggravate, calunnia, ingiuria, insulti razzisti e minacce, perquisizione arbitraria, abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale. Il tribunale aveva condannato gli otto agenti imputati a una pena di oltre 36 mesi complessivi, più l’interdizione dagli uffici pubblici. Il Comune di Parma era invece stato giudicato estraneo ai fatti.
Dopo la sentenza, i vigili si erano visti revocare dal Prefetto la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, cosa che, peraltro, comporta una riduzione dello stipendio e il divieto di utilizzare un’arma. Tutti gli agenti condannati avevano presentato ricorso contro la revoca, ma solo il legale di tre agenti aveva chiesto la sospensiva del provvedimento deciso dal Prefetto, fino alla data del riesame, fissata per il 19 dicembre prossimo. L’avvocato degli altri agenti coinvolti non aveva invece avanzato richiesta di sospensiva, ritenendo che non vi fossero pregiudiziali per i propri assisiti.
Con un’ordinanza del 7 novembre 2012, il Tar di Parma ha accolto la richiesta di sospensiva, considerando che il provvedimento di revoca, “nel caso di specie espressione di lata discrezionalità non risulta assistito da adeguata motivazione”. Secondo il Tar il provvedimento sarebbe “esercitato al di fuori dei presupposti di legge”, e dunque “il ricorso pare presentare profili di fondatezza … quanto meno in relazione al dedotto difetto di motivazione”.
Dunque, per i tre agenti il provvedimento di “declassamento” è sospeso, almeno fino al 19 dicembre, quando il tribunale amministrativo riesaminerà il caso e la revoca della qualifica sarà discussa nel merito.
Leggi l’ordinanza del Tar di Parma: http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Parma/Sezione%201/2012/201200347/Provvedimenti/201200219_05.XML