Il palazzo di giustizia di Torino ha ospitato oggi la prima udienza del procedimento civile contro i cartelli che a Varallo, in provincia di Vercelli, vietano di mendicare e di indossare burqa e niqab. I cartelli, installati nel 2009 all’ingresso della cittadina, erano stati voluti dall’ex sindaco nonché parlamentare leghista Gianluca Buonanno, che aveva emanato anche due ordinanze per vietare “su tutte le aree pubbliche l’uso di burqa, burqini e niqab” e “l’attività a vu’ cumprà e mendicanti”.
Contro i pannelli alcuni cittadini avevano creato il comitato Cristo si è fermato a Varallo (Cristo, giunto a Varallo, è stato fermato perché è un mendicante). Per chiedere la rimozione dei pannelli, il comitato aveva indetto una petizione con cui erano state raccolte circa 3mila firme, consegnate all’ex sindaco di Varallo, al Prefetto di Vercelli e agli allora ministri dell’Interno Cancellieri e per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Riccardi (ne abbiamo parlato qui). I cartelli però non erano stati rimossi, e non si era avviata alcuna discussione in merito.
I promotori dell’iniziativa, “di fronte alla rigidità dell’amministrazione nel perseverare nel proprio comportamento e dell’indifferenza della Prefettura a suo tempo sollecitata sul tema, si sono visti costretti all’azione giudiziaria al fine di riaffermare i principi di solidarietà, buona amministrazione e non discriminazione”, scrivono i membri del comitato, assistiti nell’azione giudiziaria dall’Asgi e sostenuti dall’Unar.
Il giudice dovrà ora stabilire se i cartelli e le ordinanze a loro correlate siano discriminatori o meno.