“Dopo 36 ore di calvario la delegazione italiana della Carovana Europea ha raggiunto stamane Bruxelles”. Esordisce così il comunicato diramato dalla Carovana europea dei migranti, promossa dalla Coalizione Internazionale dei Sans-papiers e Migranti e dal Movimento Migranti e Rifugiati, e sostenuta tra gli altri dall’Unione Sindacale di Base (USB Italia) e dalla Federazione Sindacale Mondiale (FSM).
E calvario sembra proprio la parola adatta, per la delegazione italiana di questa iniziativa che vuole portare a Bruxelles, durante il Consiglio Europeo del 26 e 27 giugno in cui si discuterà di asilo e immigrazione, le istanze delle persone “sopravvissute al viaggio per la vita”, che in Europa hanno chiesto protezione e che, pur ottenendola sulla carta, non ne vedono alcuna applicazione concreta nella pratica.
La Carovana, partita sabato 21 da Torino, è stata infatti fermata più volte. Prima al valico del San Bernando, al confine con la Svizzera. Poi, alle 5 di mattina, all’uscita dal tunnel del Monte Bianco: la polizia di frontiera a Chamonix Mont – Blanc, in territorio francese, ha bloccato la carovana e fermato cinque uomini, tutti con un regolare permesso di soggiorno per protezione internazionale, in fase di rinnovo. Tutti i membri della carovana si sono rifiutati di proseguire prima del rilascio dei compagni.
“Abbiamo trovato una situazione vergognosa – racconta il portavoce della Coalizione Aboubakar Soumahoro – un dispiegamento di forze di polizia incredibile. Ci stavano aspettando, e ce lo hanno ripetuto sia in Svizzera che in Francia. Cos’è questo controllo selettivo?”, chiede Soumahoro, che parla di una “vergognosa operazione di rappresaglia”.
Dopo numerosi controlli, “c’è stato un processo per direttissima, terminato con una procedura di riammissione in Italia senza alcuna condanna. Sono regolari. Avevano permessi di soggiorno in via di rinnovo, con regolare ricevuta ad accertare la procedura regolare, ma ci hanno detto che non andava bene”.
Solo alle 14, dopo nove ore di sosta forzata, la Carovana è riuscita a ripartire, per raggiungere a Bruxelles gli altri gruppi provenienti da Germania, Grecia, Spagna, Francia, Olanda e Paesi Bassi.
“Nonostante la stanchezza siamo riusciti, in mattinata, a partecipare alla prima riunione della Coalizione Internazionale dei Sans – papiers e Migranti”, spiegano i membri del gruppo italiano. Durante l’incontro, è stato ribadito l’obiettivo di fondo, ossia “la libera circolazione e il diritto di residenza per tutti. In seguito è stata condivisa l’intenzione di proseguire le lotte all’interno delle iniziative del controsemestre di presidenza italiana attraverso un appuntamento europeo da tenersi entro ottobre in Italia”.
Oltre a questo appuntamento, che verrà definito prossimamente, sono tanti gli incontri che animeranno questa settimana, “in vista delle giornate del 26 e 27 giugno, con la manifestazione europea e il summit alternativo contro il Regolamento Dublino III”. Appuntamenti che vogliono porre l’attenzione sui titolari di protezione internazionale, “ridotti a delle merci di scambio tra i vari stati dell’Unione Europea a scapito del valore della vita e della solidarietà, nella violazione sistematica dei diritti umani, attraverso politiche come il Regolamento Dublino III”, come sottolineano i membri della Carovana.
La Carovana, va ricordato, è partita esattamente il giorno dopo la Giornata del Rifugiato (20 giugno): una commemorazione che in realtà “è diventata il palcoscenico di attori istituzionali impegnati a rilasciare dichiarazioni di circostanza ed ipocrite”, denuncia Soumahoro, “mentre migliaia di richiedenti asilo vengono costretti a vivere abbandonati come degli oggetti nelle stazioni dei treni e nelle periferie italiane. I Capi di Stato si incontreranno a Bruxelles: noi ci saremo”.
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