Un uomo di 37 anni è morto ieri nel carcere Dozza di Bologna.
L’uomo, un cittadino nigeriano di 37 anni, è stato trovato senza vita da un agente di polizia penitenziaria: sarebbe morto d’infarto.
Nel darne notizia, il coordinatore provinciale della Uil Penitenziari di Bologna Domenico Maldarizzi sottolinea che “sarebbe un errore rubricare ‘morte per malattia’ il decesso di quest’uomo”. Secondo Maldarizzi “il problema è il contesto in cui è avvenuta. Al carcere della Dozza, su una capienza regolare di 500 detenuti ad oggi ne sono ristretti circa 900”.
Una situazione drammatica che accomuna tutti gli istituti penitenziari italiani: nonostante “le presenze nelle 203 strutture penitenziarie per adulti siano calate da 65.701 a 62.536 – afferma Maldarizzi – assieme agli eventi critici più significativi, grazie alle scelte intelligenti operate dai vertici del Dipartimento di amministrazione penitenziari”, un reale e concreto miglioramento è ancora molto lontano. Perchè la situazione possa realmente cambiare, è necessario “che il governo, Cancellieri in testa, e il Parlamento, lavorino per sostenere lo sforzo organizzativo ed innovativo posto in campo dall’Amministrazione penitenziaria, garantendo mezzi e risorse idonee oltre a mettere in campo misure concrete (strutturali, giuridiche e organizzative) per garantire un trattamento dignitoso e rispettoso della persona in regime carcerario”.
Gli fa eco Valerio Guizzardi della Onlus di Bologna Papillon Rebibbia: “Le presenze nelle strutture penitenziarie per adulti sono calate, ma questo non toglie nulla a una situazione di sovraffollamento fuori dai limiti”, contro la quale l’unica soluzione possibile è rappresentata, secondo Guizzardi, da “un provvedimento di amnistia e indulto”.
Proprio l’altro ieri la ministra della giustizia Annamaria Cancellieri, durante la relazione alle Camere per l’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione – prevista domani – ha parlato di “una situazione prossima all’emergenza”. Una condizione per cui i provvedimenti di amnistia e indulto sarebbero importanti: “L’amnistia per i processi, l’indulto per il sovraffollamento” ha dichiarato Cancellieri ai giornalisti, ricordando che comunque “è sempre il Parlamento che deve decidere”.
Una decisione che, nonostante le aperture, sembra avere tempi molto lunghi. E che invece dovrebbe essere presa in fretta, perchè, come chiosa Guizzardi, “più tempo permane questo disumano sovraffollamento, più morti avremo”.