Un’inchiesta partita circa sette mesi fa, dopo la denuncia di un cittadino italiano, ha coinvolto alcuni carabinieri in servizio nelle caserme di Aulla, Albiano Magra e Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara.
Lesioni, falso, abuso d’ufficio, sequestro di persona, violenza sessuale, rifiuto di denuncia, possesso d’armi. Sono ben 104 i capi di imputazione contestati dalla Procura di Massa Carrara. Gli investigatori hanno riscontrato, anche attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, decine di episodi di falsificazione dei verbali e di violenza nei confronti di persone, sia italiane che straniere (fra i quali un pestaggio nei confronti di un cittadino marocchino e una presunta molestia sessuale di una prostituta), sottoposte a controlli, oltre alla scomparsa di quantitativi di droga sequestrati.
Le intercettazioni hanno evidenziato un quadro molto inquietante: nei dialoghi tra i carabinieri, emergono pesantissime offese razziste verso i migranti, i neri, con esaltazione delle violenze contro di loro («I negri sono degli idioti, sono delle scimmie», «Profugo? Io ti do una randellata nel muso se non stai zitto», «Se vieni fuori ti stacco la testa, quando vuoi e dove vuoi». «Io non lo so se riuscirei ad ammazzare una persona, anche se è un marocchino, eh! Però una fraccata di legnate gliele darei! Ma una fraccata, eh. Anche del tipo lasciarlo permanentemente zoppo», «Importare tutti questi negri abbassa il livello culturale dell’Europa»). I dialoghi più violenti riguardano proprio i richiedenti asilo fermati dagli stessi carabinieri («Vediamo i due negri che scappano, Pino esce di qua e gli corre dietro a uno, io esco di là e corro dietro a un altro nel bosco… Minchia le botte che hanno preso quei due negri, penso che se lo ricorderanno finché campano… lo saccagnavamo di botte perché non voleva entrare in macchina… quante gliene abbiamo date! Ahaaha! Entra dentro la macchina, negro di m.»).
Nonostante la gravità di quanto riscontrato, alcuni giorni dopo la pubblicazione delle prime notizie sugli accertamenti svolti dalla procura sui militari, veniva promossa ad Aulla una manifestazione di solidarietà. In quella occasione, venivano distribuiti volantini di “vicinanza” all’Arma, dando anche la possibilità ai passanti di lasciare un messaggio di solidarietà per i carabinieri. “La Procura sta mal interpretando la realtà della strada – si leggeva su un volantino – penalizzando l’esecuzione della nostra sicurezza”. “Conosciamo bene quei ragazzi in divisa – avevano spiegato alcuni nella piazza – e conosciamo anche coloro che li hanno accusati, sono quelli da cui ci proteggevano”.
Le indagini si sono concluse a metà giugno con otto misure cautelari disposte dal Gip di Massa (richieste dalla Procura lo scorso 4 aprile e disposte il 12 giugno). Le 203 pagine dell’ordinanza hanno condotto a 4 arresti (uno in carcere e 3 ai domiciliari) e a 4 divieti di dimora, in 4 caserme – quella di Aulla interamente indagata, ma anche quelle di Albiano Magra, Licciana e Pontremoli – gestite come “un regno a sé” o una sorta di “Far West”, a detta dello stesso procuratore. Il gip ha motivato il provvedimento con il pericolo di reiterazione e di inquinamento delle prove: “L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma”.
Ieri mattina, il Procuratore capo di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, ha voluto lanciare un messaggio forte: “Gli abitanti di Aulla possono stare tranquilli. I carabinieri coinvolti nell’inchiesta sono stati sostituiti e la sicurezza nel territorio è garantita. E i militari in servizio in tutte le caserme italiane fanno rispettare la legge, agli immigrati e agli italiani, senza fare come facevano ad Aulla“. Al magistrato non sono, dunque, sfuggiti gli articoli dove vengono descritti i timori dei residenti, la paura di essere abbandonati dallo Stato. Ma intanto ad Aulla, cresce la mobilitazione a sostegno dei carabinieri, con una petizione online lanciata dall’aullese Claudio Giorgi a favore dei militari coinvolti nell’inchiesta della Procura. Quel che resta di questa dura inchiesta, che ha visto anche numerosi investigatori tirarsi indietro, è soprattutto lo sconcerto dinnanzi alla constatazione fatta dal procuratore di Massa Carrara Aldo Giubilaro, secondo il quale “l’illegalità e l’abuso, per quel gruppo di militari, erano quasi una normalità”.