“Animale, shit, monkey”: queste le gravi offese razziste lanciate contro i calciatori della squadra Arci Koinè, tutti cittadini di origine africana. Insulti arrivati da alcuni giocatori e allenatori delle squadre avversarie, durante un torneo amatoriale. E segnalati dalla coordinatrice del progetto SPRAR Koinè, Angela Surico.
Soltanto pochi giorni prima della fine dell’anno, si diffondeva la notizia dei pesanti insulti razzisti (fra i tanti “negro di m…” e “scimmia, alzati”) ai danni del calciatore senegalese Ababacar Diagne, in forza al Team Altamura, che milita nel campionato calcistico d’Eccellenza. Le partite incriminate sono due: Team Altamura-Atletico Mola del 13 dicembre e Vigor Trani-Team Altamura del 20. I referti arbitrali non lasciano dubbi, ma il giudice sportivo si è limitato a infliggere alle due società un turno casalingo a porte chiuse, lasciando sostanzialmente impunite le due tifoserie.
Oggi, ci arriva questa nuova segnalazione, sempre dalla Puglia. “Si ripete a Palagiano quello che è già avvenuto nei campi di calcio di Altamura e Mola, dove un centrocampista africano del Team Altamura è stato oggetto di epiteti razzisti”, scrive la coordinatrice del progetto SPRAR Koinè, Angela Surico, sulla profilo Facebook di SvegliArci Palagiano, denunciando che durante il Torneo Bachelet, torneo amatoriale intitolato alla memoria di un concittadino scomparso, la squadra “Arci Koinè”, interamente composta da africani ospiti del Centro SPRAR del Comune di Palagiano, “è stata apostrofata da alcuni giocatori e allenatori delle squadre avversarie con ‘animale’, ‘shit’ e ‘monkey’; parole palesemente razziste e pesanti che sono arrivate come un macigno addosso ai richiedenti asilo e che non sono state minimante sanzionate dal giudice sportivo; nessuna presa di distanza da parte degli organizzatori che al contrario hanno ritenuto di assecondare la richiesta di espulsione di tutta la squadra da parte delle squadre avversarie per presunte irregolarità commesse in campo. Sui social sono impazzate le prese di posizione razziste, qualunquiste e offensive anche nei confronti degli operatori del Centro SPRAR, e per evitare degenerazioni il Centro ha preferito ritirare la squadra che si stava distinguendo per le capacità calcistiche e prestanza fisica dei calciatori. Capacità che non sono sfuggite, in un secondo momento, al cinismo delle squadre avversarie che si sono fatte avanti nel girone di ritorno, approfittando del ritiro dell’Arci Koinè, per accaparrarsi i giocatori migliori della squadra. I “monkey” migliori? e gli altri? e il loro impegno nel mettere insieme la squadra ? nello scegliersi i ruoli? I loro allenamenti ? il loro desiderio di vincere ? la loro voglia di farcela per una volta nonostante il mare, nonostante la guerra, nonostante la morte? Episodi questi che oltre a lasciare l’amaro in bocca la dicono tutta sulla strada impervia verso l’integrazione; sul salto culturale che occorre per vedere l’altro, il diverso, il vulnerabile, il più debole esattamente come me stesso a cui devo tutto il rispetto e l’attenzione che devo a me stesso. Non come colui che devo deridere, che devo umiliare, che devo sfruttare ma che devo rispettare. Questo è il lavoro di sensibilizzazione e di supporto nei difficili percorsi dei tanti operatori del progetto SPRAR Koinè all’interno delle scuole, delle piazze, delle strade e anche dei campi di calcio”.
Ancora una volta si assiste a una minimizzazione, e conseguente legittimazione, del razzismo, quando invece sarebbe urgente una ferma condanna di quanto avvenuto. Nel sollecitare chiare e nette prese di posizione, ai giocatori della squadra dell’Arci Koinè tutta la nostra solidarietà.