Finita l’emergenza, si torna alla normalità. Che, se da una parte consiste nella riapertura dell’aeroporto di Cagliari, chiuso per circa due ore a causa della fuga di alcuni cittadini di origine straniera dal Cpa di Elmas, dall’altra significa, per i migranti, l’obbligo di rientrare nella struttura da cui volevano allontanarsi.
Negli ultimi mesi il Centro di prima accoglienza di Elmas, che si trova proprio accanto all’aeroporto, è stato teatro di numerose proteste contro le condizioni invivibili della struttura, denunciate in realtà da anni dall’associazione 5 novembre per i diritti civili (per approfondimenti clicca qui).
Proteste inascoltate, che hanno portato oggi all’ennesima manifestazione dei migranti, durante la quale una decina di persone ha messo in atto un tentativo di fuga. Quello che stupisce è che il Cpa non è un Cie – come invece ha titolato La Repubblica – ma un centro di prima accoglienza: le persone dovrebbero essere libere di allontanarsi dalla struttura senza alcun problema. Ciononostante, stando alle agenzie di stampa gli agenti del reparto antisommossa avrebbero ripreso i fuggitivi, riportandoli in quello che anche il sindacato di polizia definì, gia nel 2011, una struttura “non idonea all’accoglienza, che può essere utilizzata solo per brevi periodi”.