Il ministro per la cooperazione Riccardi nel corso di un’audizione alla Camera ha manifestato l’intenzione di prolungare la durata del permesso di soggiorno per ricerca di lavoro. Una scelta che, se confermata, permetterebbe a migliaia di lavoratori stranieri che hanno perso il lavoro di avere più tempo per cercare una nuova occupazione, non facile a trovarsi nel contesto della grave crisi economica attualmente in corso. Confermata anche l’intenzione di rivedere le modalità di applicazione della norma introdotta dalla legge 94/2009 che in base al decreto del 6 ottobre 2011 dovrebbe entrare in vigore a fine gennaio sulla tassa di soggiorno. Non viene purtroppo prevista l’abolizione di questa norma vessatoria e ingiusta, ma è allo studio l’ipotesi di una graduazione della tassa commisurata al reddito. La beffa di quella che può essere definita una vera e propria gabella sul soggiorno è che gli introiti derivanti dalla sua riscossione sono finalizzati a finanziare il fondo rimpatri (50% delle entrate), la missione ordine pubblico e sicurezza del Ministero dell’interno, le attività degli sportelli unici e l’attuazione del cosiddetto “accordo di integrazione” con il restante 50%. Come sempre il finanziamento delle politiche di inclusione sociale non è considerata una priorità. Sarebbe auspicabile dunque che l’attività di revisione annunciata riguardasse anche la destinazione delle risorse raccolte (le stime parlano di circa 200 milioni l’anno) con l’introduzione della nuova tassa. Se proprio si intende lasciarla, si destinino gli introiti alle politiche di inclusione, sempre più a rischio grazie ai tagli dei trasferimenti agli enti locali apportati dalle leggi finanziarie degli ultimi anni.
Il ministro si è espresso anche a favore della revisione della legge sulla cittadinanza annunciando l’istituzione presso il suo ministero di una commissione di studio delle varie proposte di legge presentate in Parlamento. Come già aveva fatto in precedenza, Riccardi rinvia dunque al Parlamento l’iniziativa, ma è significativo che abbia ribadito il sostegno del Governo alla revisione della legge sulla cittadinanza.