Bullismo razzista a Bari contro un bambino di otto anni. A Varese disprezzo contro un uomo al lavoro. Due aggressioni razziste che, anche grazie alle denunce sui social, tendono a diventare notizia. La prima è quella capitata a Bitritto, provincia di Bari, ai danni di un bambino di otto anni figlio di una coppia mista italiana-ivoriana da parte di un gruppo di quasi coetanei.
L’episodio denunciato dalla madre si è verificato dopo che il ragazzino aveva provato a convincere un gruppo di ragazzi più grandi che conosceva a non sporcare di schiuma le auto in sosta. La risposta è stata “ora ti facciamo bianco”, lo hanno imbrattato e inseguito gridando “bianco è meglio che nero”. La madre ha raccontato che il bambino era molto spaventato ma è decisa a non sporgere denuncia per non attirare troppa attenzione sul figlio. Per questa ragione ha anche cancellato un post su Facebook nel quale raccontava l’accaduto.
In prima elementare sembra che alcuni compagni tagliassero ciuffi di capelli al bambino perché “troppo ricci”. Quando la madre ha chiesto spiegazioni alla maestra, questa ha risposto: “Ne ha tanti di capelli, gli ricresceranno”. Il bimbo ha cambiato scuola e le cose vanno meglio.
Resta il problema che i comportamenti xenofobi non sono più stigmatizzati (o lo sono troppo poco) e che, questa assenza di condanna sociale, favorisce la diffusione di forme di razzismo anche tra i bambini e ragazzi. Usare nero come insulto, prendere in giro per le caratteristiche fisiche non è più un problema. E così il bullismo – un altro fenomeno preoccupante – prende le forme del razzismo anche tra i più giovani.
Il secondo episodio è quello di Varese, dove una donna si è rifiutata di farsi servire da un cassiere di origini africane in un supermercato Carrefour. La signora, dopo aver protestato in maniera plateale – “non voglio essere servita da un negro” – ha anche lanciato una lattina contro le colleghe dell’uomo che minacciavano di chiamare i carabinieri. Emmanuel, del Ghana, vive e lavora in Italia da più di dieci anni e nel video di Repubblica qui sotto offre una lezione di compostezza e buon senso.