Inni fascisti a scuola, il nome di Benito Mussolini inserito nel modello fac-simile di iscrizione di un istituto scolastico. Cosa sta succedendo in Italia?
Questi i fatti. Una donna ha scritto al quotidiano Il Fatto Quotidiano, dopo aver trovato tra gli spartiti della figlia tredicenne anche quello di Faccetta Nera, famosa canzone di propaganda fascista. “Non voglio che mia figlia impari a memoria canzoni fasciste”, ha scritto la donna. Insieme a Faccetta Nera, durante le lezioni di musica venivano insegnate anche ‘Ti saluto vado in Abissinia’, le canzoni di guerra ‘Ta pum’, ‘La Tradotta’, ‘La leggenda del Piave’, ‘Giarabub’ e i canti partigiani ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il vento’.
Una panoramica complessiva sul periodo tra le due Guerre, dunque. Ma, fa notare la madre della ragazza, “una cosa è dire che sono esistite queste canzoni, una cosa è farle imparare a memoria. Quale spirito critico si può avere a 13 anni? A volte anche gli adulti hanno difficoltà a capire. Quella canzone parla di invadere un paese, senza contare la possibilità di offendere le persone”.
Alle domande della donna, la preside della scuola ha risposto che si tratta di un programma votato dal consiglio di classe su programma ministeriale, in cui viene affrontato il periodo storico che va dalle guerre di indipendenza alla II guerra mondiale. Il Ministero dell’istruzione non prende posizione perché si tratta di una “questione interna”, “esiste l’autonomia della scuola ed è il dirigente scolastico che deve rispondere”.
Nel frattempo, sempre in Lombardia, sul sito della Regione http://anagrafestudenti.servizirl.it/, nel fac-simile del modello per l’iscrizione al prossimo anno scolastico destinato agli enti di formazione professionale regionale compare il nome di Benito Mussolini. Proprio così: il modello online è stato compilato con nome e cognome del Duce, e di una certa Benita Mussolini, per l’esempio femminile. “Un incidente gravissimo”, ha commentato Valentina Aprea, assessore lombardo all’istruzione, annunciando l’avvio di una verifica interna e la modifica immediata della pagina web. “Sono molto adirata e sebbene si tratti di un manuale tecnico non accessibile al pubblico, ma all’interno di un’area riservata del sito rivolta esclusivamente agli operatori accreditati, considero gravissimo e inammissibile questo incidente”.
Due episodi che, seppur isolati, appaiono preoccupanti, e rischiano di concorrere alla normalizzazione di una parte della storia italiana fatta di ‘leggi razziali’, persecuzioni, tirannia.