“Guardiamo i dati dei primi sette mesi di quest’anno. Sono arrivate in Italia circa 95-96 mila persone. Più del 40% delle persone che sono arrivate in Italia sono arrivate con navi delle organizzazioni non governative“, dichiarava il 9 agosto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, alla Festa dell’Unità di Certaldo. E poi, a Ferragosto, mentre tutta l’Italia era in spiaggia, nella tradizionale conferenza stampa annuale, ribadiva il concetto, forte anche dei dati forniti dal rapporto Annual Risk Analysis 2017 dell’agenzia europea Frontex e da quelli della Guardia Costiera Italiana. Il ministro più che i numeri ha rivendicato la “strategia” seguita bloccando, di fatto, gran parte delle Ong che svolgevano operazioni di soccorso in mare: il dimezzamento degli arrivi nel mese di luglio (23.552 del 2016 agli 11.459 del 2017) e un possibile risultato migliore ad agosto, dove per ora la diminuzione degli arrivi è del 73 % (da 7.733 a 2.080).
Ma, potrebbe esserci anche un’altra spiegazione. In pochi l’hanno ripresa oggi sui giornali.
L’agenzia Reuters, in un’esclusiva diffusa il 22 agosto, sostiene che il calo improvviso degli arrivi in Italia sarebbe dovuto all’azione di un gruppo armato composto da “centinaia di civili, poliziotti e membri dell’esercito” e guidato da un “ex boss della mafia”, basato nella città di Sabratha a ovest di Tripoli.
Dunque, la diminuzione degli sbarchi sulle nostre coste non sarebbe dovuta al nuovo codice predisposto dal governo Gentiloni per le Ong, ma piuttosto da attribuire all’azione di questo nuovo gruppo armato, denominato, sembra, Brigata 48, che “opera sul territorio, sulle spiagge, per impedire le partenze delle imbarcazioni cariche di persone dirette verso le coste italiane”.
D’altro canto, sempre secondo la Reuters, il governo di Tripoli di Fayez al-Sarraj, riconosciuto e appoggiato dalle Nazioni Unite, e partner italiano nel contrasto delle migrazioni sulla rotta del Mediterraneo, finanzierebbe e supporterebbe il gruppo armato. Lo stesso Governo, di fronte alla richiesta di spiegazioni da parte dei giornalisti britannici, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
La notizia sembra, purtroppo, confermata anche da Flavio di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le migrazioni: «I migranti arrivati in Sicilia in questi giorni hanno spiegato che è molto difficile partire da Sabratha. Ci sono persone che fermano le barche prima che prendano il largo».
Lunedì 28 agosto a Parigi, i leader di Francia, Italia, Germania e Spagna torneranno a incontrarsi per discutere proprio della stabilizzazione della Libia e della crisi migratoria nel Mediterraneo, chissà se avremo nuove sorprese.