Si è svolta il 4 luglio, a Latina, la prima udienza del procedimento penale a carico dei responsabili dell’azienda agricola “Di Bonito”, sita a Borgo Sabotino, accusati di sfruttamento lavorativo nei confronti di un bracciante di origine indiana, da loro impiegato dal 2009 al 2017. Gli imputati avrebbero reiteratamente retribuito i lavoratori in modo difforme da quanto previsto dai contratti collettivi di settore, e comunque in modo non proporzionato rispetto alla quantità di lavoro svolto, senza rispettare il riposo settimanale oltre che l’orario di lavoro. Gli stessi lavoratori, nel periodo in cui hanno prestato attività presso l’azienda, avrebbero vissuto in situazioni di alloggio degradanti e avrebbero subito minacce e imposizioni. Tale condotta, qualora risultasse certificata, sarebbe lesiva di tutta la comunità cittadina. Balbir, questo il nome del bracciante, difeso da un avvocato di Progetto Diritti, oltre ad essere sfruttato, viveva letteralmente segregato in una roulotte senza luce, acqua e gas. Spesso dormiva nella stalla e si lavava con l’acqua con la quale lavava le mucche. Mangiava gli avanzi buttati nel cassonetto dal padrone, il quale gli aveva sequestrato i documenti per non farlo andare via. Il triste racconto di quanto accaduto viene riportato dal giornalista e sociologo Marco Omizzolo, che ha raccolto la coraggiosa richiesta di aiuto del bracciante (qui la sua testimonianza su Facebook). In seguito alla denuncia presentata al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, Balbir è stato salvato da un’esistenza fatta di stenti, minacce e umiliazioni. Il suo coraggio è stato premiato con il permesso di soggiorno per motivi di giustizia.
L’udienza è stata rinviata al 12 giugno 2019. In questa occasione, il Comune di Latina si costituirà parte civile nel processo e altrettanto farà l’associazione Progetto Diritti, cosi come In Migrazione e la Comunità Indiana del Lazio. “La decisione di costituirsi parte civile nasce dall’interesse di questa Amministrazione – spiega l’Assessora alle Politiche di Welfare Patrizia Ciccarelli – a perseguire reati di questa fattispecie per la presenza significativa sul territorio comunale di richiedenti asilo e migranti che rischiano facilmente di divenire vittime di sfruttamento lavorativo e umano. L’Amministrazione intende difendere l’immagine di Latina quale città ospitale ed inclusiva, laddove ci si è distinti per le politiche di accoglienza che si stanno mettendo in atto e che hanno anche ricevuto riconoscimenti pubblici e apprezzamenti da altri enti che vedono nel nostro Comune un modello. La costituzione di parte civile ha poi l’obiettivo di stimolare i cittadini a denunciare tali comportamenti illeciti al fine di contrastare la diffusione sommersa del fenomeno considerando che i comportamenti contestati si sono protratti dal 2009 al 2017″.