E’ quanto sembra sottolineare Massimo Bitonci (già ex sindaco di Cittadella e noto per le sue “crociate” contro i migranti). A Padova, dopo la “congiura di palazzo” dell’11 novembre, al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza che ha visto le dimissioni in blocco di ben 17 consiglieri, è “caduto” Bitonci con tutta la sua giunta. “Sicuramente mi ripresenterò alle prossime elezioni comunali a Padova, ma questa volta senza i traditori”, ha assicurato il sindaco uscente. Trascorre a mala pena una settimana, ed ecco che l’ex sindaco rivendica a gran voce dalla sua pagina Facebook la sua assenza in città: “Non sono più sindaco di Padova da una settimana e subito sono tornati i #vùcumprà. Padovani ringraziate i traditori. #BitonciSindaco”. Noncurante della frase offensiva e discriminatoria, il sindaco allega anche una foto di una via del centro, con alcuni ambulanti e la loro mercanzia esposta sulla strada. C’è da dire, a tale proposito, che persino Wikipedia e Treccani si sono adeguate ed hanno riconosciuto la valenza discriminatoria nell’uso del neologismo (“Vucumprà o vu’ cumprà è un neologismo diffusosi in Italia a partire dalla seconda metà degli anni ’70 del XX secolo per indicare, in senso denigratorio o scherzoso, i venditori ambulanti di origine africana”, Wikipedia), ed è evidente già dall’etimologia che la parola veicola un’immagine stereotipata dei migranti.
Il post riscuote, come da copione, un grande successo di pubblico: 500 mila visite, 6mila like e 600 commenti. Tuttavia, a fronte di tale risonanza social-mediatica caratteristica della diffusione virale dei post, partono altrettante segnalazioni al gestore di Facebook per la frase razzista. Al punto che il celebre social network oscura il profilo di Bitonci per una mezza giornata: «Spiacenti, questo contenuto non è al momento disponibile», è il messaggio che compare su Facebook. «Così – dichiara poi Bitonci piccato – si impedisce ad una persona di esprimere liberamente il proprio pensiero. Si blocca la divulgazione di opinioni legittime. Non so cosa ci sia di democratico nel comportamento dei segnalatori». “Il sindaco di tutti” (ma non per tutti, forse!), come ama auto-definirsi, ora sospetta che dietro tali segnalazioni ci siano persone appartenenti a diverse aree politiche (i “traditori” o forse i cospiratori della congiura di palazzo?). Tuttavia, gli fa eco l’ex consigliere comunale forzista, Enrico Turrin, che non tradisce Bitonci e, con un post sempre su Facebook, rinnova il proprio sostegno all’ex sindaco di Padova: “Quando il sindaco manca, gli abusivi tornano…“. Con un pizzico di furbizia in più, il consigliere ha evitato di incagliarsi nelle maglie del razzismo esplicito definendoli ambulanti abusivi.
Resta da capire se la sospensione del suo profilo decisa da Facebook porterà ad un maggiore contenimento delle espressioni razziste da parte dell’ex Sindaco.